In questi giorni nelle campagne veneziane si sta procedendo con la fase di raccolta del mais, soia e barbabietole. Se per il mais, coltura praticata da più di 1600 aziende associate a Coldiretti Venezia, la resa ad ettaro sembra essere lievemente diminuita rispetto ai numeri degli anni precedenti, la situazione per la barbabietola è alquanto preoccupante, il raccolto è praticamente dimezzato.
Il mais coltivato su 13000 ettari nel veneziano sta vedendo ora, dal riscontro avuto dagli associati, una resa vicina ai 110 q per ettaro contro i 150q degli anni precedenti, per la soia si sta raccogliendo circa un 20- 25% in meno dell’anno scorso.
“Responsabile di questa diminuzione di raccolto – afferma Raffaella Veronese cerealicoltrice di Cavarzere, responsabile di Donne Impresa Venezia – è senza dubbio il clima che con i suoi sfasamenti ci sta mettendo a dura prova. In particolare per il mais la gelata avvenuta a maggio durante la fioritura ha creato dei danni di cui ora stiamo pagando le conseguenze in fase di raccolta. Nei mesi estivi fino a ieri, la siccità è stata pesante e chi non ha potuto irrigare i campi ha pagato un conto salato in termini di mancata produzione”.
Altra circostanza con cui stanno facendo i conti gli agricoltori riguarda l’anticipazione delle tempistiche tradizionali di raccolta, “E’ impressionante vedere – spiega Raffaella Veronese – come la soia stia seccando in campo esattamente un mese prima rispetto a quanto avveniva gli anni scorsi.”
L’ effetto dei cambiamenti climatici con l’alternarsi di siccità e alluvioni ha fatto perdere a livello nazionale – sottolinea la Coldiretti – oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti. Per affrontare i danni dei cambiamenti climatici – precisa Coldiretti – servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia.
“In tale ottica un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, a impatto zero proposti dalla Coldiretti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)” lo ha rimarcato ancora una volta ieri il presidente della Coldiretti Ettore Prandini al G20 dell’agricoltura nel chiedere però “di accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Parlamento da quasi un decennio, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.