Vice-capogruppo Liga Veneta Lega Nord in Consiglio regionale, Riccardo Barbisan interviene a proposito del referendum per l’autonomia promosso dal governatore Zaia: dal fondamento costituzionale del quesito referendario alle possibilità di destinare maggiori risorse alle infrastrutture locali, il Consigliere veneto parla in esclusiva su Notizie Plus.[s2If !current_user_can(access_s2member_level1)] …READ MORE[/s2If][s2If current_user_can(access_s2member_level1)]

In caso di esito positivo del referendum, quale sarebbe in concreto la mossa successiva?

L’esito positivo del referendum è la condizione necessaria perché il presidente Zaia sia pienamente investito del mandato del popolo veneto per andare a Roma a contrattare l’autonomia che al Veneto spetta secondo le possibilità date dagli art. 116 e 117 della Costituzione. Il referendum, impugnato dal Governo Renzi, ci è stato dato dalla Corte Costituzionale non è un capriccio dei veneti.

A quel punto, quali chance ci sono che Roma prenda seriamente in considerazione la volontà di autonomia dei Veneti?

Questo bisogna chiederlo al governo, che finora si è detto disponibile a parole, ma che ha appena annunciato per bocca dell’onorevole Puppato di voler impugnare la legge regionale n. 28 del 13 dicembre 2016 sulla minoranza nazionale che avrebbe fatto del Veneto una regione più simile all’Alto Adige. Si mettano d’accordo. Noi facciamo il referendum proprio per avere uno strumento in più da usare nei confronti del Governo. Lo vogliamo aiutare ad avere la posizione giusta sul tema.

Il Veneto è l’unica regione con ben due vicini a Statuto Speciale, e malgrado ciò è la prima in Italia a per numero di visitatori. L’autonomia quanto gioverebbe alle infrastrutture turistiche e al conseguente indotto dei posti di lavoro?

Di per sé il turismo è già competenza esclusiva delle regioni. Contrattando l’autonomia con Roma, andremo a capire dove possiamo legiferare e regolamentare noi come Regione senza attendere lo Stato. A questa cessione di competenze dovrebbe corrispondere un trasferimento adeguato di risorse, oppure la possibilità di trattenerle già in loco: sicuramente tutti si rendono conto di come siano le infrastrutture in Veneto e di come siano in Trentino… Ma nessuno sa cosa può accadere: siamo la prima regione a fare questo referendum, la prima ad aprire una simile trattativa. L’unica cosa certa è che saremo più lontani da Roma. [/s2If]