Parlano così i Cobas Autorganizzati del Comune di Venezia: «In modo diretto, palese e obbiettivo, contestiamo la volontà di non assumere le colleghe e i colleghi precarie e precari, quotidianamente confermata da questa amministrazione con le proprie azioni, nel comparto educativo, così come in tutti gli altri servizi dell’ente».

 

Il botta e risposta

Continua così l’acceso botta-e-risposta estivo tra i sindacati (sul tema è intervenuta nei giorni scorsi anche la Cgil) e la direzione del Personale del Comune, dopo la decisione dell’amministrazione di chiedere a tutti i dipendenti comunali se siano interessati a fare domanda per passare ai servizi educativi. Sullo sfondo la copertura di 60 posti da maestre (e maestri) in nidi e asili pubblici sui 350 in organico, autorizzato dall’allentamento del patto di stabilità. Un’opportunità che apriva la strada all’assunzione di insegnanti precarie al lavoro da anni nelle scuole: invece per ora il Comune sonda l’opportunità di spostamenti interni a costo zero, «con personale idoneo alle mansioni, dopo colloqui che accertino competenze e attitudini», come sottolinea una nota della direzione Risorse umane. «Una scelta», replicano i Cobas, «che viene impunemente messa in conto ai lavoratori lasciati a casa senza stipendio, a tutti gli altri che dovranno supplirne l’assenza e, in ultimo, alla qualità e la ricchezza dei servizi ai cittadini di questa città». «Non ci riferiamo all’avviso di mobilità, legittima podestà dell’amministrazione», attacca il sindacato, «bensì alle più ampie intenzioni dell’amministrazione e della giunta.

 

Le assegnazioni

Ci riferiamo, infatti, all’azione di ricognizione interna avviata dalla Direzione Risorse umane, con telefonate effettuate direttamente ai dipendenti individuati come “potenzialmente idonei”. Lavoratori, genitori, bambini dei nidi: nessuna di queste categorie è responsabile delle sanzioni del patto di stabilità, delle privatizzazioni insensate ed inefficienti dei servizi, degli imbarazzanti stipendi e premi di produttività dei “manager” delle nostre aziende pubbliche, conseguiti col raggiungimento di obiettivi ridicoli». Insegnanti comprese, sono 180 i precari del Comune che rischiano di non essere mai assunti.

Gian Nicola Pittalis

scuolaelementare