Tredici miliardi di euro in trent’anni Dal Cvn fino a Ca’ Foscari e Iuav. Un fiume di denaro è stato stanziato dallo Stato per Venezia, dopo l’approvazione della seconda Legge Speciale, dal 1984 a oggi. 13.234 milioni di euro per la precisione, stando all’ultimo aggiornamento disponibile, le tabelle distribuite al Comitatone del settembre 2014. La parte del leone la fa il Ccn con 6364 milioni, di cui la gran parte (circa 5 miliardi) destinati al Mose. Il resto a marginamenti, bonifiche, ricostruzione delle barene e morfologia. Tredici miliardi di cui “soltanto” 11.539 sono in realtà disponibili, visti i ritardi nello stanziamento a opera del Cipe e degli uffici finanziari dello Stato. Le cifre del Consorzio inferiori a quelle effettivamente impegnate (6773 milioni di euro), vista la possibilità di ricorrere a “finanziamenti ponte” anticipati. «In base al prezzo chiuso», recita la delibera del Comitatone, «e dopo l’approvazione dei progetti da parte del Comitato tecnico di Magistratura».

Favori

Mutui e prestiti per cui il Consorzio di Mazzacurati aveva mano libera. E la differenza di qualche punto in percentuale sugli interessi poteva significare milioni di euro disponibili. Cifre enormi che adesso, sotto i riflettori delle nuove indagini avviate dalla magistratura e delle Corte dei Conti, vengono passati al setaccio con occhio diverso. Gli anni d’oro hanno riguardato il decennio 1995-2005, quando in una sola delibera venivano stanziati finanziamenti vicini al miliardo di euro. Il record nel 1996, con 1146 milioni, ma anche il 1998 (869 milioni), il 2002 (797) e in anni più recenti, il 2013 – quello dell’arresto di Mazzacurati – con un miliardo e 22 milioni. A chi sono finiti questi soldi? Una storia che si comincia a ricostruire nei dettagli. Per capire come spesso i soldi dello Stato per la salvaguardia fossero spesi per questioni che con la salvaguardia di Venezia e della laguna entravano poco.

I soldi

Soldi che finiscono anche a soggetti concessionari che si occupano di trasporti e non di difesa della laguna. Come la Save, la società dell’aeroporto di Tessera, che riceve fino alla fine degli anni Duemila 110 milioni di euro per «nuove piste, viabilità, parcheggi, garage multipiano». Che c’entra con la salvaguardia? Niente. Come del resto le attività del Porto, che anzi spesso si trovano in conflitto con la tutela. Ma anche l’Autorità portuale è tra i beneficiari dei finanziamenti di Legge Speciale, e riceve 69 milioni di euro per rifare gli accosti e le banchine, scavare i canali, 11 il porto di Chioggia. La lista dei beneficiari – e dei partecipanti alle riunioni del Comitato a palazzo Chigi – è lunghissima. Ci sono le fondazioni culturali: la Biennale (26 milioni), la Fondazione Cini (32) e la Querini Stampalia (8). Ma anche le Università Ca’ Foscari (121 milioni) e Iuav (54), la Curia di Venezia per le chiese (52 milioni) e la Procuratoria di San Marco (17). Spiccano le cifre piuttosto basse destinate al Ministero della Ricerca scientifica: 9 milioni in tutto per la ricerca pubblica sulla laguna, in anni in cui evidentemente alle ricerche provvedeva lo stesso concessionario Venezia Nuova. Mentre ben 101 milioni vanno alla Provincia, ora disciolta, 13 al Corila, il Consorzio di ricerca, 10 al commissario al moto ondoso (prima il sindaco Costa poi Cacciari, nei primi anni Duemila). Ma la fetta più grande della torta, 6773 milioni di euro, la metà dei 13 miliardi stanziati per la salvaguardia, è andata al Consorzio Venezia Nuova. Che li ha spesi negli anni per le voci più varie. Studi e consulenze, finanziamenti a enti e fondazioni – tra cui il Marcianum – case editrici come la Marsilio. Segue a ruota il Comune di Venezia.

La spartizione

Che fino ai primi anni Duemila riceveva somme consistenti per il restauro degli edifici, lo scavo dei rii (insieme alla Regione) e delle rive, il contributo ai privati. 2157 milioni di euro. Un flusso che si è interrotto dopo l’inserimento del Mose nella Legge Obiettivo. Molto più ridotti i finanziamenti al Comune di Chioggia (circa il 10% di quelli veneziani, 294 milioni in totale) e del neo comune di Cavallino-Treporti (26). Consistente anche la fetta andata alla Regione, che doveva occuparsi del disinquinamento e degli acquedotti. 1883 milioni di euro in trent’anni. Di fronte alle cifre riservate al concessionario Consorzio Venezia Nuova spiccano quelle molto basse destinate al concedente e controllore dei lavori da parte dello Stato, il Magistrato alle Acque. Appena 253 i milioni destinati direttamente al Mav per il restauro di edifici demaniali come chiese e caserme. Attività ritenuta evidentemente secondaria.

Gian Nicola Pittalis

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