“Da quanto è iniziata l’emergenza Covid il Ministero dell’istruzione si è sistematicamente dimenticato delle scuole professionali: niente linee guida, niente stanziamenti aggiuntivi per mascherine e sistemi di protezione, niente nuovi banchi. Eppure la formazione professionale fa parte del sistema educativo nazionale e regionale e offre l’opportunità di assolvere al diritto/dover e all’istruzione/formazione ad un ragazzo su 10 tra i 14 e i 18 anni”.

Alla vigilia della ri-partenza delle 130 scuole di formazione professionale del Veneto, che lunedì 14 riporteranno in classe 21 mila studenti e 3 mila tra insegnanti e operatori per l’avvio del nuovo anno scolastico 2020-21, l’assessore all’Istruzione e formazione della Regione Veneto sottolinea con un plauso la capacità organizzativa degli enti regionali di formazione, consociati in Forma Veneto, l’associazione guidata da don Alberto Poles. E, intervenendo all’evento di presentazione del nuovo anno all’Istituto salesiano san marco di Mestre,  pone l’accento sul ruolo di supplenza svolto in quest’ambito, ancora una volta, dalla Regione nei confronti dello Stato.

“Le scuole professionali in Veneto sono state le prime a sperimentare la didattica a distanza nei mesi del lockdown e le prime a riportare allievi e docenti in classe a metà maggio, per consentire una conclusione dignitosa del percorso formativo e lo svolgimento degli esami in presenza – annota l’assessore Elena Donazzan – E ora sono pronte a riaprire in piena sicurezza, grazie alle linee guida adottate d’intesa con la Regione, al senso di responsabilità di dirigenti e insegnanti che interpretano il loro ruolo come missione educativa, e alle oculate misure di prevenzione e protezione adottate dagli enti gestori anche  in forza delle risorse straordinarie stanziate dalla Giunta regionale. La Regione Veneto si è fatta carico di una spesa media di 700 euro a classe per fornire tutti quei dispositivi di protezione (dalle mascherine ai gel disinfettanti ai divisori in plexigas) che il Ministero dell’Istruzione ha omesso di prevedere per questa tipologia di scuole”.

Le risorse aggiuntive stanziate quest’anno per le misure di prevenzione e sicurezza andranno ad integrare i 95 milioni già previsti a bilancio per l’ordinario funzionamento dei 1063 corsi autorizzati nelle sette province venete.

Per la Regione i 21mila allievi veneti dei corsi professionalizzanti – conclude l‘assessore – sono studenti alla pari dei loro coetanei e hanno il medesimo diritto/dovere all’istruzione e alla formazione. Queste scuole fanno parte del sistema educativo veneto e ne rivendichiamo la piena dignità e riconoscimento anche da parte delle istituzioni nazionali”.