Allarme siccità (foto di repertorio)
Allarme siccità (foto di repertorio)

L’efficientamento della rete idrica potrebbe portare ad avere un 15-20% in più di acqua per l’irrigazione.
È il calcolo realizzato dai tecnici di Cia Venezia, alla ricerca di soluzioni per affrontare la perdurante siccità che sta mettendo in crisi l’agricoltura veneziana.
“Non esistono soluzioni ad effetto immediato – spiega la presidente di Cia Venezia
Federica Senno – ma bisogna intervenire subito per invertire la rotta e mettere in campo
tutte le azioni necessarie per non disperdere l’acqua in circolazione”.
Una delle prime azioni è quella di adoperarsi – attraverso il lavoro dei Consorzi di Bonifica
– per rendere efficiente la nostra rete idrica. In Veneto e nel Veneziano invasiamo solo il
5% della pioggia, contro l’11% medio nazionale. D’altronde – secondo l’Istat – nella nostra
provincia la perdita in percentuale di acqua nella rete idrica, rispetto a quella immessa, è
del 42% (contro una media nazionale del 36%). Perdite attribuibili a fattori fisiologici
presenti in tutte le infrastrutture idriche, alla vecchiaia degli impianti, a errori di misura dei
contatori e ad allacci abusivi, per una quota che si stima pari al 3% delle perdite.
“Sono valori che non ci possiamo permettere – aggiunge Senno – e sui quali si può e si
deve agire immediatamente. La nostra è una stima approssimativa, che va ponderata
dagli enti preposti. Ma ci sono sicuramente i margini per rendere meno pesante la
situazione”.
Anche perché i Consorzi di Bonifica si stanno già muovendo per razionare la disponibilità
di acqua. Il Consorzio Bacchiglione, da oggi, 29 giugno, per garantire una migliore
distribuzione dell’acqua nel comprensorio, attiva sperimentalmente una turnazione irrigua
d’emergenza.
Il Consorzio Veneto Orientale è alle prese invece con l’intrusione del cuneo salino. Si
registra la presenza di acqua salata ben oltre i 20 km nell’entro terra, rendendo necessarie
la sospensione delle attività di derivazione dai fiumi: le falde acquifere sono diventate
salmastre e dunque inutilizzabili. Non sono state per ora attuate determinazioni di
sospensione del servizio irriguo o di razionalizzazione dei prelievi che però, se non
dovesse cambiare la condizione meteorologica nel breve periodo, restano plausibili.
“In provincia di Rovigo, Acquevenete (che è il gestore del servizio idrico integrato) ha
installato provvisoriamente dei desalinatori dell’acqua marina”, aggiunge Senno. “L’affitto
costa 150mila euro per due mesi, ma certamente in prospettiva bisogna pensare anche a
soluzioni come questa. la Spagna, al primo posto in Europa nella desalinizzazione (9,2%
del fabbisogno), è un esempio. Gli effetti della siccità si stanno dispiegando”, conclude la
presidente di Cia Venezia. “Le prime stime nei giorni di inizio trebbiatura di indicano un
taglio del raccolto del grano del 15%. Se continuiamo così, l’annata agricola sarà
compromessa”.