Il caso del furto delle canne d’organo che ha colpito due parrocchie tra Preganziol e Mogliano Veneto all’inizio di agosto ha registrato un importante sviluppo. Le autorità hanno identificato un sospetto, portando a un indagato nel caso che aveva scosso la comunità locale.

In una svolta positiva per la parrocchia di Mogliano, giovedì scorso i carabinieri hanno restituito 18 delle canne d’organo rubate dalla chiesa del quartiere centro sud. La notizia è stata accolta con grande entusiasmo, in particolare dal giovane organista Manuel Copertino, che potrà finalmente riprendere il suo ruolo nell’accompagnamento musicale durante le messe.

Copertino, pur mantenendo il riserbo sulle indagini in corso, ha espresso la sua gioia per la restituzione delle canne, sottolineando l’importanza di questo recupero per la vita liturgica della parrocchia.

Il furto, avvenuto ad agosto, aveva suscitato forte indignazione nella comunità. Don Samuele Facci, parroco coinvolto, aveva etichettato i responsabili come “La banda della Magliana 4.0”, un appellativo che, seppur considerato eccessivo da alcuni visto il valore del furto, rifletteva il profondo disappunto e la preoccupazione dei parrocchiani.

Nonostante le discussioni iniziali sull’implementazione di nuovi sistemi di sicurezza, come allarmi e telecamere interne, al momento non sono stati ancora installati dispositivi aggiuntivi nelle chiese colpite. Questa situazione solleva interrogativi sulla vulnerabilità di questi luoghi di culto e sulla necessità di misure preventive più efficaci.

Il caso ha evidenziato non solo la vulnerabilità delle chiese a questo tipo di crimini, ma anche l’importanza degli strumenti musicali, in particolare degli organi, nella vita della comunità parrocchiale. La restituzione parziale delle canne rubate rappresenta un passo importante verso la normalità per la parrocchia di Mogliano, ma lascia ancora aperte questioni riguardanti la sicurezza e la protezione del patrimonio culturale e religioso.

Mentre le indagini proseguono, la comunità guarda con speranza alla possibilità di recuperare anche le altre canne ancora mancanti e all’eventuale identificazione e arresto dei responsabili. L’episodio ha certamente rafforzato il senso di unità tra i parrocchiani, dimostrando come eventi negativi possano talvolta portare a una maggiore coesione comunitaria.