Delusione dei rappresentanti sindacali trevigiani che ieri nella sede della Regione hanno incontrato i vertici aziendali della Tessitura Monti. Al tavolo anche l’Unità regionale di crisi aziendale e la Direzione lavoro. Non si vede luce in fondo al tunnel in cui è sprofondata la storica azienda tessile di Maserada sul Piave, da lungo tempo attanagliata da varie criticità che non paiono trovare soluzione.
“L’incontro purtroppo non ci ha offerto certezze sul futuro della Tessitura Monti e dei suoi 260 dipendenti. Il piano industriale è ancora in fase di elaborazione e ci sarà presentato nel mese di luglio. Rimangono il malumore, incertezze sul destino dell’azienda e la difficoltà dei lavoratori che attendono due mensilità di stipendio e la tredicesima”. Queste le prime dichiarazioni dei responsabili delle sigle.

“È importante l’impegno preso dall’azienda per la elaborazione di un piano industriale per il rilancio strutturale dell’impresa – affermano Ildebrando Dall’Acqua della Filctem Cgil Treviso, Simona Puzzo della Femca Cisl Belluno Treviso e Francesca Pol della Uiltec Treviso Belluno – ma non abbiamo ricevuto sufficienti garanzie riguardo al futuro dell’azienda e al mantenimento dell’organico, messo a dura prova dagli inizi degli anni Duemila da un difficile e doloroso percorso di ristrutturazione aziendale. Crediamo sia importante, in questa fase, fare delle attente valutazioni sull’opportunità per l’azienda di trovare degli investitori adeguati”.

L’anno in corso sarà dunque decisivo per il Gruppo, tra i principali produttori europei di tessuti di camiceria, con quartier generale a Maserada sul Piave e siti produttivi in India e Repubblica Ceca. Gli ultimi 15 anni sono stati molto turbolenti per la storica Tessitura e per i suoi dipendenti, con tensioni finanziarie, la delocalizzazione della produzione, il piano di ristrutturazione e la drastica riduzione, nel corso degli anni, della forza-lavoro.