La signora Cristina con i tre Direttori delle équipe che l'hanno operata: da sin., il dottor Breda, il dottor Papaccio e il dottor Fraccalanza.
La signora Cristina con i tre Direttori delle équipe che l'hanno operata: da sin., il dottor Breda, il dottor Papaccio e il dottor Fraccalanza.
Tre équipe chirurgiche, e un intervento in sala operatoria durato dal mattino alla sera: così gli specialisti dell’Ospedale dell’Angelo hanno affrontato e risolto il caso di una signora affetta dalla recidiva di un tumore. “Abbiamo affrontato insieme – sottolinea il dottor Cristiano Breda, Primario di Chirurgia toracica all’Angelo – il caso della signora Cristina, di Mirano, una paziente di 61 anni, sofferente per la recidiva della neoplasia che ne aveva aggredito il seno, nella parte sinistra. Il tumore era già stato trattato con chemioterapia; e però aveva provocato nella paziente un’ampia ulcerazione della pelle e dei muscoli; la malattia si era infiltrata anche nella parete toracica, coinvolgendo i muscoli sottostanti e le costole. Da diverso tempo si eseguivano sulla paziente delle medicazioni continue dell’ulcerazione e della necrosi muscolo-cutanea, che era aperta; ma le stesse medicazioni, oltre a non poter essere risolutive quanto al tumore, comportavano importanti problemi di dolore; la qualità di vita della signora era inoltre ulteriormente intaccata da fatto che fosse costretta ad eseguire continui cicli di chemioterapia di mantenimento”.
E’ proprio considerato il non ottimale successo del trattamento chemioterapico e la grave situazione locale, che gli specialisti dell’Angelo hanno deciso la strada di un complesso e delicato intervento chirurgico. Dopo accurato studio stadiativo della malattia neoplastica mammaria, e visto la unicità del tumore nella sede toracica, si è deciso di programmare per la paziente. “L’intervento, che è stato precisamente pianificato, spiega il dottor Breda – prevedere la rimozione della recidiva del tumore mediante la asportazione della zona ulcerata muscolo-cutanea, la demolizione di un ampio tratto della parete toracica, cioè muscoli e coste, ormai infiltrato dal tumore, la ricostruzione del deficit creato con innesto protesico composito, e infine la copertura dello stesso con ampia rotazione di lembi muscolari e cutanei del torace”.
In altre parole, i chirurghi hanno asportata tutta la porzione di torace aggredita dal tumore, fatta di pelle, di muscolo sottostante, e di porzioni delle costole e dello sterno, con un ampio margine di tutela. Hanno poi ricostruito sotto la regione del seno una rete protesica composita a più strati, a protezione degli organi interni, e l’hanno ricoperta con porzioni di muscolo e di cute “dirottati” sul torace dalla regione posteriore.
L’operazione ha coinvolto tre équipe chirurgiche: quella di Chirurgia della mammella diretta dal dottor Guido Papaccio e nella persona del dottor Fabrizio Meggiolaro; quella di Chirurgia toracica diretta dal dottor Cristiano Breda; quella di Chirurgia plastica diretta dal dottor Eugenio Fraccalanza.
L’intervento chirurgico, svoltosi regolarmente secondo le previsioni dei chirurghi, ha richiesto l’impegno di una seduta completa di sala operatoria; si è protratto cioè dalla mattina alla sera. La signora Cristina ha trascorso la notte seguente in Terapia intensiva per la degenza postoperatoria, e già il giorno successivo è rientrata nel reparto di Chirurgia toracica dove ha trascorso il periodo postoperatorio regolarmente, seguita attentamente e quotidianamente da tutte le équipe interessate.
Abbiamo potuto dimettere la paziente subito prima del Natale – sottolinea Edgardo Contato, il Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima – così che ha potuto trascorrere le Festività natalizie a domicilio, circondata dai familiari, con piena soddisfazione sua e dei suoi cari, oltre che dei medici. E ancora una volta l’Ospedale dell’Angelo si è distinto per la collaborazione interdisciplinare ad alti livelli: le squadre specialistiche di cui l’Ulss 3 Serenissima dispone dimostrano la capacità di affrontare, in sinergia, anche i casi più complicati, che sanno gestire, nonostante la complessità delle problematiche incontrate, anche in un periodo difficile per l’attività chirurgica, come quello provocato dalla pandemia”.