Da sinistra, Csermely, Sampognaro e Bullo
Da sinistra, Csermely, Sampognaro e Bullo

Supporto nutrizionale, affiancamento psicologico, percorsi di scrittura terapeutica, corsi di mindfulness, aiuto per le pratiche di invalidità e disabilità, per le richieste di permessi lavorativi e per le agevolazioni sul posto di lavoro, coinvolgimento in sport di gruppo adatti alla condizione di salute e dermopigmentazioni del capezzolo rese agili e gratuite.

Da questo mese, accanto alle esigenze mediche delle donne colpite da tumore alla mammella, il distretto socio sanitario di Favaro dedica per la prima volta uno spazio su misura per i bisogni non medici. Nasce lo Sportello rosa per i tumori al seno, che lavorerà per appuntamento. Un ambulatorio stanziale in grado di accogliere le donne e le loro esigenze di vita pre o post operatoria all’interno di una vera struttura socio sanitaria.

L’idea nasce dalla collaborazione tra Erika Sampognaro, direttrice del Distretto di Venezia Terraferma, Marcon e Quarto D’Altino, Stefania Bullo, presidente di Fondazione Avapo, e Cristina Csermely, presidente dell’Associazione Trifoglio rosa di Mestre.

“Come associazioni di volontariato che stanno accanto alle donne colpite dal tumore al seno – dice Bullo -, abbiamo sempre sensibilizzato e incontrato le donne con l’ausilio dei banchetti informativi all’interno dei presidi sanitari nelle giornate dedicate (come avviene ad esempio con regolarità all’ospedale dell’Angelo). Poi, con l’arrivo del Covid, nascono gli appuntamenti creati su misura per ogni donna, dalle semplici indicazioni di base alla gestione di bisogni complessi, che di solito vengono attualmente gestiti nelle nostre sedi. La dottoressa Sampognaro ci ha proposto invece uno spazio stanziale all’interno del distretto, affinché possiamo offrire anche, e proprio qui, in un contesto socio sanitario che si occupa di assistenza sul territorio, le nostre consulenze e i nostri servizi gratuiti alle donne che ne hanno bisogno, o che ancora non pensano di averne bisogno”.

“Non ci sarà bisogno di pagare nulla – ricorda Csermely -. Non verranno chieste nemmeno sottoscrizioni alle singole associazioni. Veniamo incontro con gratuità alle donne. A chi ad esempio, una volta operata, si chiede: ‘E adesso cosa faccio? A chi mi rivolgo? Da dove ricomincio? Dove metto in ordine le idee?’. Integrare la fase medica con servizi che si occupino della burocrazia, della femminilità e del comfort di queste donne è fondamentale. Lo Sportello rosa nato durante il Covid, e oggi approdato in ambiente socio sanitario, vuole che le donne non si sentano solo sopravvissute al cancro durante la pandemia, ma che la loro qualità di vita sia ottimale. Una solidarietà femminile accolta nel migliore dei modi dalla dottoressa Bullo, che ci ha fornito il primo spazio dello sportello all’interno della sua sede associativa, e dalla dottoressa Sampognaro, che l’ha reso stanziale all’interno del distretto di Favaro. Donne che fanno rete e regalano alle donne ciò di cui hanno bisogno”.

“Con questo spazio nuovo abbiamo pensato, con l’aiuto prezioso della direzione strategica dell’Ulss 3, di consegnare alla cittadinanza un punto d’incontro stabile su esigenze extra sanitarie, che fosse all’interno degli spazi fisici della nostra azienda sanitaria – spiega Sampognaro -. Questo affinché le donne sentano una continuità di prese in carico, dalla diagnosi a tutti i processi sucessivi di supporto. Da qui, nel distretto che dirigo, diventerà allora più agevole per queste associazioni agganciarsi al sistema socio sanitario territoriale”.

I prossimi quattro giovedì (6 ottobre, 13 ottobre, 20 ottobre e 27 ottobre), dalle 8.30 alle 11, all’interno del distretto di Favaro sarà allestito anche un banchetto rosa, al quale potranno recarsi tutte le donne interessate, per ricevere informazioni riguardo il nuovo sportello e prenotare gli appuntamenti in base alle diverse esigenze.

“Una volta prese in carico – dicono Bullo e Csermely -, le prendiamo per mano singolarmente. Cerchiamo di capire anche i loro bisogni inespressi. I nostri volontari sono formati all’ascolto da un’apposita psicologa”.

Si ricorda anche la possibilità importante di accedere al servizio di dermopigmentazione del capezzolo, una ricostruzione 3d dell’aureola, già in essere da oltre sei mesi. La dermopigmentazione è resa per le donne del tutto gratuita e accessibile, all’ospedale dell’Angelo, grazie proprio alla convenzione stipulata da Ulss 3, Trifoglio rosa e Fondazione Avapo”.