Si chiama “criobiopsia”, ha a che fare con il ghiaccio, ed è la metodica più recente ed innovativa per prelevare campioni di tumore nei polmoni, ed indirizzare così la terapia.
“Il tumore del polmone – spiega il Primario di Pneumologia, Lucio Michieletto – è ancora la neoplasia con la più elevata mortalità, mortalità che è dovuta soprattutto alla diagnosi tardiva. All’Angelo quindi, come in tutti gli Ospedali di primo livello, si percorrono tutte le vie possibili per rendere rapidi ed efficaci gli esami preliminari e diagnostici. Per individuare la neoplasia allo stadio iniziale, è molto importante che sia velocizzata e resa efficace anche la fase del prelievo di un campione per procedere alla tipizzazione del tumore”.
Quando la TAC ha individuato la sospetta neoplasia, infatti, la moderna oncologia richiede, prima di un qualsiasi provvedimento curativo, una diagnosi preliminare sul tumore, e quindi la tipizzazione genetica e molecolare dello stesso.
“Occorre innanzitutto prelevare una piccola porzione – spiega il dottor Michieletto – della massa tumorale. Purtroppo, però, le tecniche di prelievo utilizzate fin qui permettono il raggiungimento di questo obiettivo circa nel 60-70% dei casi; e così, per circa un terzo dei tumori non è possibile ottenere una diagnosi. Quando la neoplasia è collocata in una posizione decentrata rispetto all’albero bronchiale, capita purtroppo non di rado che i prelievi bioptici risultino troppo esigui per consentire all’anatomopatologo tutte le indagini necessarie”.
E‘ proprio per gestire al meglio questa fase preliminare, complessa e delicata, che all’Ospedale dell’Angelo è stata istituita presso la Pneumologia una task force medica-infermieristica, dedicata proprio alla gestione dei pazienti fino alla completa diagnosi, che ha saputo introdurre una metodica di ultimissima generazione: “Sulla scorta di alcune esperienze di centri internazionali,con cui collaboriamo,siamo stati in grado di attivare ora all’Angelo – sottolinea il Primario Michieletto – la metodica bioptica più innovativa e promettente, di recente acquisizione nel panorama ospedaliero italiano, e cioè la ‘criobiopsia‘ dei noduli polmonari e dei linfonodi mediastinici“.
“Con una tradizionale broncoscopia e con tecniche ecografiche endoscopiche – spiega – arriviamo all’individuazione della lesione; poi, anziché procedere alla biopsia con micropinze o aghi, introduciamo pino al tumore una ‘criosonda‘ che, attivata in loco per pochi secondi, congela una parte del nodulo e ne permette la asportazione in grossi frammenti. Da questi frammenti prelevati è possibile assicurarsi una diagnosi e una tipizzazione del tumore, riducendo al minimo i rischi“.
Questa metodica permette agli specialisti della Pneumologia dell’Angelo di raggiungere anche le sedi polmonari più ostiche: la resa diagnostica della broncoscopia viene così incrementata, e ciò permette l‘avvio precoce della terapia mirata.
Primo tra gli ospedali del Veneto, l’Ospedale dell’Angelo è già così sulla scia dei centri eccellenti – le Pneumologie interventistiche di Bologna, Genova, Firenze, Ancona, Forlì – che in Italia hanno già introdotto questo utilizzo della criobiopsia: “Ogni anno 50/60 pazienti del nostro territorio, che rappresentano circa il 30% dei pazienti che afferiscono con un nodulo polmonare alla nostra Unità, risultano candidabili a questa metodica e possono quindi avvalersene ottenendone i vantaggi in termini di diagnosi precoce ed efficace; e ancora, grazie alla criobiopsia vengono nel loro caso evitate procedure diagnostiche più invasive, come ad esempio le toracotomie chirurgiche“.
La Pneumologia dell’Angelo è giunta all’utilizzo della criobiopsia anche a partire dalla precedente esperienza con la crioterapia, attualmente utilizzata per le criodisostruzioni bronchiali, e dall’esperienza sviluppata relativamente all’utilizzo della sonda ecografica radiale – la casistica dell’Angelo è la più numerosa in Veneto – che è la metodica necessariamente accoppiata alla criobiopsia.
L‘innovativa metodica dell’ utilizzo della criobiopsia è gravata, anche se in casi rarissimi, da alcune possibili complicanze; pertanto viene eseguita nel corso di un breve ricovero. L‘utilizzo della criobiopsia non comporta costi elevati: il costo della criosonda monouso paragonabile a quello di un ago per agoaspirato transbronchiale.