Mister Paolo Zanetti - Venezia FC
Mister Paolo Zanetti - Venezia FC

Queste le parole di mister Paolo Zanetti, allenatore del Venezia FC, alla vigilia del match di campionato in casa dell’Udinese.
Innanzitutto mister, come avete trascorso questi giorni post-Napoli?
“È stata una settimana corta, dal momento che abbiamo giocato domenica. Abbiamo avuto solamente due giorni per allenarci e recuperare. Abbiamo come sempre preparato tutto al dettaglio. Ho consolidato quello che avevamo fatto, analizzando tutte le cose in dettaglio e mi sono fatto sentire su quello che non mi è piaciuto, consolidando quanto mi è piaciuto e ci sono diverse cose in tal senso. Col Frosinone avevamo fatto una buona partita, col Napoli ci sono stati miglioramenti. È stata una settimana di lavoro positiva. I ragazzi hanno tirato fuori l’orgoglio, li ho visti carichi, reattivi senza perdere l’autostima,  e questo è molto importante”.
Rispetto alla partita contro il Napoli ci saranno giocatori diversi. Come affronterete, quindi, l’Udinese?
“Effettivamente, rispetto al Napoli, dobbiamo iniziare a fare qualcosa di diverso con giocatori diversi. Ne avremo 7/8, praticamente una squadra. “Incontriamo una squadra sicuramente diversa, di grande gamba e con elementi di spessore, la partita dunque è difficile. Inoltre, dopo la partita contro la Juventus, in cui hanno giocato totalmente di rimessa, contro di noi vorranno fare la partita, oltretutto giocano in casa e ci considereranno sicuramente un’opportunità per vincere la partita, quindi potenzialmente le loro scelte stavolta andranno in quel senso. Poi, chiaramente, non posso conoscere quale sarà la preparazione dei nostri avversari. Ma va detto che le partite saranno tutte difficili, questa è la realtà delle cose, non è tanto che cosa dobbiamo fare di più rispetto al Napoli, ma quanto dobbiamo iniziare a fare rispetto a domenica quando avevamo una nutrita schiera di assenti. Sono arrivati calciatori di spessore, hanno bisogno di tempo, ma il nostro livello già in allenamento si è alzato notevolmente. Attualmente siamo al livello 2, per arrivare a 10 c’è tantissimo margine, se non ci crediamo noi per primi è meglio andare a casa subito, voi mi conoscete però bene e quindi sapete che lavoreremo sempre duro e arriveremo alla fine a fare quello che voglio”. Inoltre, andremo ad affrontare una compagine diversa, di grande gamba, con elementi di alto spessore. Nella gara di domani non potremo contare su Mäenpää per un problema alla schiena , non sarà proprio convocato(al suo posto Lezzerini), mentre ci saranno Okereke, Busio e Henry”.
A proposito di Henry: che cosa pensa di lui?
“Thomas è un giocatore che abbiamo seguito da tempo e che, a livello di caratteristiche tecniche, non abbiamo mai avuto.  Penso che ci potrà dare una grossa mano”.
Che cosa manca ancora al Venezia FC per poter dire la sua in serie A? A Napoli, per esempio, non avete saputo sfruttare la superiorità numerica”.
“Al di là di questo, e considerato il fatto che il Napoli è una grande squadra con giocatori che si conoscono da tanto tempo, non possiamo paragonarci a loro: noi dobbiamo crescere in varie cose, perché a differenza della serie cadetta avremo meno occasioni da goal e quindi, le chance che ci capiteranno per andare in rete, dovremo capitalizzarle al massimo. In undici contro undici il Napoli l’abbiamo contenuto molto bene, il tutto grazie ad un’organizzazione di squadra: quelli sono i segnali che voglio dalla mia squadra, siamo sembrati una compagine che sta lavorando per assumere la sua identità. Siamo sembrati una squadra in crescita, ma ripeto: domani si vedranno tanti altri giocatori nuovi che potranno portarci qualcosa di nuovo. Ma non solo: dobbiamo essere cinici, attaccare la profondità e la porta, inoltre dobbiamo avere il coraggio di alzare il baricentro. Gli episodi vanno portati dalla nostra parte, mentre a Napoli abbiamo praticamente regalato non uno, ma due rigori, ed è cosa rara concedere due rigori nella stessa partita. Oltretutto, per  crescere, dobbiamo essere più consapevoli di noi stessi”.
Questo con il tempo, ma in che cosa dovrete crescere fin da subito?
“Dobbiamo crescere in varie cose. Non è come in Serie B: nel massimo campionato, quando hai quattro palle goal, ne devi mettere a segno almeno una. Affrontiamo squadre molto organizzate, dobbiamo aumentare il cinismo, il coraggio non si vede solo nella costruzione dal basso, ma anche nello sganciarsi e andare ad attaccare e poi avere capacità fisica nell’inseguire l’avversario, allo scopo di non subire. In secondo luogo gli episodi vanno portati dalla nostra parte. Poi serve più consapevolezza di noi stessi. Il gruppo dell’anno scorso, almeno dal punto di vista tecnico-tattico, non c’è più, perché l’anno scorso c’era un certo tipo di impostazione, e questa estate abbiamo fatto altre scelte, portando a casa giocatori che, pensiamo, siano anche migliori e con questi bisogna ricreare quanto fatto, un lavoro che ha richiesto tempo, passando per momenti difficili, tutte cose che noi sappiamo. Non essendoci più questo gruppo e non avendo ancora una fisionomia ben salda di quello che siamo attualmente, ci ritroviamo ad essere anche più fragili dal punto di vista della mentalità: c’è un po’ di preoccupazione per alcuni automatismi, magari qualche compagno fa il passaggio all’indietro, alcuni ragazzi ancora non attaccano come potrebbero, ed io li vedo questi atteggiamenti, ma è naturale perché siamo nuovi. Però, vedendoli tutti i giorni, sono sempre più convinto di quanto stiamo facendo e che, quindi, possiamo migliorare questo gruppo, assumendo una fisionomia ben chiara tornando da lì a fare qualcosa di diverso”. 
Un punto cardine della gara contro il Napoli è stato il palleggio dal basso. Pensa che vi ricorrerà nuovamente?
“Ci sarà anche domani, ovviamente i dubbi dall’esterno sono nati dall’errore di Maenpaa, ma non è il singolo errore del singolo giocatore a cambiare le cose, abbiamo anche avuto la fortuna di non prendere goal nella circostanza. Abbiamo perso per altri motivi, non per quello. Inoltre è chiaro che, avendo terzini diversi, un centrocampo nuovo e altri elementi nuovi, ci vuole un po’ di tempo per tornare ai livelli dello scorso anno, quando eravamo più rodati; inoltre, con il lavoro abbiamo alzato il livello, continuando sulla scia di quanto fatto da Dionisi. Quindi andremo avanti con la medesima linea, che non è un modus operandi che piace a me, è una linea che, ritengo, possa portarci un vantaggio. Io non posso fare statistica su una partita sola, ma se per una serie di partite non otterremo nulla, allora chiaramente si cambierà stile, magari basandoci di più sul lancio lungo per Henry. Però la filosofia attuale ci ha portato goal importanti nel corso della passata stagione, un certo tipo di calcio riconosciuto in tutta Italia e un calcio di un certo tipo vuol dire non avere paura. Questo è il senso che do all’impostazione dal basso con portiere, difensori e terzini e non bisogna prendere paura se qualche volta in Serie A si sbaglia”.
Come mai lo spostamento di Caldara a destra al posto di Ebuehi?
“Ebuehi stava perdendo qualche pallone di troppo, la partita si stava facendo nervosa con  tante proteste anche da parte loro. Avevo gli uomini un po’ contati e quindi la scelta è stata quasi giocoforza, ed è ricaduta sullo spostamento di Caldara. Avevo anche altri giocatori da cambiare, ma Ebuehi mi è parso il più opportuno da inserire, per come si stava mettendo la partita, tanto che Spalletti in campo è venuto da me e mi ha detto  ‘sei un furbo’ ”.
Si può correttamente affermare che quello di domani a Udine sarà il primo di una serie di scontri diretti?
“Onestamente non so da che cosa possa nascere l’idea che l’Udinese sia squadra che lotta per salvarsi, anzi: secondo me è squadra molto forte. Per noi ogni partita è un’opportunità di punti, non bisogna perdere contro tutte le altre squadre per forza, lo abbiamo dimostrato anche a Napoli: se la andiamo a rivedere, avremmo potuto portare a casa un punto, tranquillamente. Il palo di forte, la situazione con Koulibaly con la palla uscita di poco, i due rigori, un punto poteva non essere certo qualcosa di rubato. Le partite vanno giocate, alcune rispetto ad altre sono durissime, però sono tutte gare importanti, dove ci saranno in ballo punti e dove mi sento di dire che misureremo il nostro reale livello. Una delle tre partite di cui si parla speriamo di giocarla in casa, anche perché attualmente in questo avvio il fattore casa non ce lo abbiamo, giocando 4 volte su 5 fuori. Non solo: cambieremo completamente pelle, per quelle tre partite. Probabilmente domani vedrete tanti altri giocatori nuovi che, spero, ci portino un aumento del tasso tecnico”.
Lei punta molto sull’aspetto della mentalità. Come si può applicarlo ad una squadra in larga parte rinnovata?
“In effetti il gruppo dell’anno scorso non c’è più, perché, dal punto di vista tattico e tecnico sono state fatte altre scelte, pertanto dobbiamo ricreare lo stesso meccanismo con altri giocatori che abbiamo ritenuto migliori. Non avendo ancora una fisionomia precisa l’autostima non aumenta e di conseguenza vedo difficoltà nel proporre gioco”.
A chi Le chiede dove potrà arrivare il Venezia quest’anno, Lei che cosa risponde?
“Sfido chiunque a sapere in anticipo quello che questo gruppo potrà dare, ma sono convinto che possiamo migliorare, attraverso una fisionomia ben chiara e così potremo fare qualcosa di diverso Certo, so che ci vuole pazienza, e so che in questo momento sono tutti pronti a dare addosso al Venezia, a sputare addosso al Venezia, a darlo già come retrocesso, a dire che non è l’altezza. Ma direi che, invece, questo a me dà grande carica e la dà anche i miei giocatori; sono sicuro che con il lavoro, fra 2-3 mesi, saremo qua a parlare di altri discorsi”. 
Quanti giocatori saranno convocati?
“Ne convoco 24”.
Parlando dei singoli: come stanno Mazzocchi e Crnigoj? E la scelta tattica di Peretz?
“Mazzocchi gioca, Crnigoj invece rientra ed entra quindi in ballottaggio. Peretz ha sicuramente sofferto: noi lo abbiamo preso per fare la mezzala, inoltre ultimamente anche contro il Frosinone non ho visto i tempi da play. Fiordilino mi serviva dal punto di vista tattico, e chiaramente, anche se dal punto di vista qualitativo non lo ha fatto molto bene, invece in fase di non possesso ha dato tanto. Ciò detto, Peretz deve fare meglio ciò che sa fare”.
Assente Maenpaa, Lezzerini dunque tornerà titolare dopo l’infortunio.
“Lezzerini è stato fuori 8 mesi, e anche se non lo dice, probabilmente avrà dentro di sé un po’ di tensione. Io lo ritengo un portiere che può giocare in A, già fortissimo per la B, che può fare però bene anche in massima serie. Ci ho parlato e gli ho tolto quante più responsabilità possibili. Dovrà fare quanto può e sa fare, sappiamo qual è la sua situazione, ma purtroppo siamo arrivati con un reparto portieri particolare perché Maenpaa ha avuto questo problema alla schiena, Lezzerini rientra da un lungo infortunio e poi ci sono i due giovanissimi. Il rientro di Lezzerini è una situazione psicologica che potrebbe risolversi con una sola parata, o anche una singola ma precisa giocata con i piedi. L’anno scorso, quando ha giocato in cadetteria, è stato il portiere con il maggior numero di passaggi realizzati, inoltre sposa perfettamente quelle che sono le nostre idee, e aveva giocato ottimamente tra i pali tutte le gare tranne una; quindi sono molto tranquillo, in questo senso”.
Parlando dei nuovi: come sta andando l’inserimento di Okereke ed Henry?
“Li ho visti come me li aspettavo, Okereke sta bene, sta entrando nei meccanismi, ha grandissima energia e credo ci possa dare una grossa mano con la sua velocità e la capacità di pressing, oltre ad avere qualche goal in canna. Henry ha fatto solo un allenamento e mezzo, però posso dire che è un tipo di giocatore che non abbiamo mai avuto in rosa, che sa giocare la palla e può permettere alla manovra di salire, mentre magari Forte è più tendente alla finalizzazione. Henry inoltre, se accoppiato con due giocatori veloci, può fare molto bene. Prima giocheranno, prima potranno entrare nel discorso, chiedo come sempre di non essere frettoloso nei giudizi, è un campionato difficile il nostro. Henry e Forte assieme? Sì può essere una soluzione, a parer mio possono giocare insieme, assolutamente”.
Quali sono le condizioni di Busio?
“Attualmente sta bene. Ha avuto il Covid e ha fatto solo due allenamenti, serve tempo, ma ha grandi doti e personalità. L’abbiamo preso per giocare come mezzala e centrocampista offensivo. Potrebbe, col tempo, anche fare il play, ma con calma perché è giovanissimo, ma si vede che è un ragazzo che ha quel qualcosa in più. In virtù di questo, anche se faremo qualcos’altro sul mercato, potremmo fare delle valutazioni su Busio, se decideremo di usarlo appunto come mezzala metteremo dentro qualcuno di più fisico davanti alla difesa, altrimenti andremo magari più su una mezzala”.
Vacca sta bene?
“Sì, ed anzi: se fosse stato disponibile contro il Napoli, avrebbe giocato”.
E Svoboda?
“Giocherà chi merita.  In questo momento ci sono delle gerarchie, ma adesso come adesso anche Svoboda può essere titolare, sia per fisicità che per il modo in cui è cresciuto. In questo momento chi ha il posto se lo deve tenere, altrimenti sono sempre pronto a cambiare. Dev’essere così, sennò non avrebbe senso avere competizione. Aldilà dei nomi  dell’anno scorso, qui ci stiamo giocando tanto, e l’unica cosa che conterà sarà il campo, lo gestirò in questo senso. A livello tattico stiamo lavorando su diverse situazioni di certo serve avere un po’ di pepe e a sinistra, attualmente, sul terzino ci manca qualcosa”.