Sabato 31 agosto alle 21:15 alla Barchessa di Villa Giovannina a Carità di Villorba ci sarà la proiezione del mediometraggio “Volti di Villa Dolcetta” realizzato da Teatro Che Pazzia. Racconta l’epopea di una famiglia di Villorba che nel 1937, in epoca fascista, viene mandata ad Arborea (OR), al tempo chiamata Mussolinia, a lavorare per la bonifica delle paludi. Un progetto a metà tra cinema e teatro, per rimarcare il legame tra Villorba e la cittadina sarda.

Il progetto artistico è partito nel 2023, con un contributo della Regione Veneto, a cura della compagnia Teatro Che Pazzia A.P.S., centro di Produzione spettacoli, Organizzazione Eventi e di Formazione Teatrale, operativo a Treviso dal 2015. Nell’ambito del laboratorio teatrale per i giovani di Villorba, promosso dall’amministrazione comunale, si è deciso di realizzare una saga cinematografica denominata “Volti di Villa Dolcetta”. Racconta l’emigrazione di trevigiani e villorbesi ad Arborea (OR) iniziata nel 1937: furono qui mandati per lavorare alla bonifica di un’enorme area paludosa.

Il primo episodio (realizzato nel 2023) racconta la partenza da Villorba dell’ing. Dolcetta (nome di fantasia), diretto ad Arborea per coordinare le operazioni di bonifica dell’area. Parte solo lasciando la famiglia a Villorba per stabilirsi nella villa che prenderà il suo nome. Purtroppo, però, la malaria lo porterà ad una morte prematura e la sua famiglia, rimasta a Villorba, si ritroverà a dover affrontare una tragedia. Si conclude così la prima parte della saga.

La seconda parte (girata a giugno 2024) è quella che sarà proiettata in anteprima il 31 agosto. Un mediometraggio di poco più di mezz’ora in cui si racconta il seguito: la famiglia di Dolcetta, dopo la sua morte, parte per la Sardegna ed arriva a Cagliari. Da qui un lungo percorso per arrivare ad Arborea, denso di pericoli. Una decina gli attori coinvolti, più altre 7 persone di staff dietro le quinte. Il mediometraggio è stato realizzato a giugno 2024, dopo l’inizio della scuola, nell’ambito dei laboratori teatrali per ragazzi e ragazzi condotti attraverso il Progetto Giovani a Villorba. È stato girato nelle zone tra Cavallino Treporti e Lio Piccolo per le parti in esterna, mentre le scene interne sono state realizzate in Villa Ancillotto a Villorba.

La proiezione di sabato 31 agosto alle 21:15 alla Barchessa di Villa Giovannina è ad ingresso libero e gratuito.

Il comune di Villorba è gemellato con il comune di Arborea (provincia di Oristano) dal 26 settembre 2009. Un legame nato a seguito di un fatto storico. Nel 1937, in epoca fascista, molte famiglie trevigiane, tra cui diverse villorbesi, vennero inviate da Mussolini ad Arborea per lavorare alla bonifica di quell’area. La città era stata fondata nel 1928 con il nome di Villaggio Mussolini, per cambiare nome nel 1930 in Mussolinia. Infine, nel 1944 il nome fu cambiato in Arborea. Le famiglie trevigiane arrivate lì strapparono alle paludi un’area di quasi 20.000 ettari, trasformando una zona inabitabile in un piccolo paradiso. Le famiglie continuarono a vivere lì e a tramandare le proprie tradizioni di generazione in generazione, tanto che tuttora ad Arborea in molte case si parla ancora il dialetto veneto. Ad Arborea viene fatta ogni anno la festa della polenta, a celebrare la pietanza importata in quella terra proprio dai coloni trevigiani. Un legame forte, sancito a livello istituzione appunto dal gemellaggio del 2009. Un primo progetto dedicato al racconto dell’emigrazione trevigiana in Sardegna risale al 2017: una rappresentazione teatrale della storia di una famiglia villorbese, gli Schiavon, emigrati appunto ad Arborea nel ’37.

“Il laboratorio di teatro per giovani condotto a Villorba è un progetto avviato una decina d’anni fa dall’amministrazione comunale, nell’ambito delle azioni per le politiche giovanili – spiega il sindaco, Francesco Soligo – i risultati in questi anni sono stati molto positivi, il laboratorio è aperto a tutti i giovani che vogliono esprimersi attraverso il teatro, e che possono trovare spazio in questa attività. Un ringraziamento va a tutto il gruppo di Teatro Che Pazzia e a Marco Sartorello per il grandissimo lavoro svolto e la grande passione con cui il lavoro prosegue. Questo lungometraggio racconta un fatto storico in maniera divertente, ci fa riflettere sul sacrificio richiesto alle famiglie trevigiane ed in particolare villorbesi, cui fu imposto di partire per terre lontane lasciando la propria. Ad Arborea queste famiglie sono state artefici di un lavoro straordinario per portale alla vita una terra inospitale. È un pezzo di storia che non va dimenticata. Attraverso questo progetto si rinnova il gemellaggio tra Villorba ed Arborea, un’amicizia profonda tra due comunità legate da valori e tradizioni condivise”.