PERDITE NELLE FESTIVITA’ PER UN MILIONE

 

La storia spesso purtroppo si ripete. Ed in negativo. Anche quest’anno è  salato il conto che dovrà pagare il mondo della ristorazione dell’Opitergino-Mottense durante le festività pasquali a causa del nuovo lockdown, un anno dopo. Su un campione di 40 ristoranti si calcolano perdite da 800mila a un milione di euro, il 30 per cento inciderà sul consumo del vino.

E’ vero che i locali potranno lavorare per asporto ma l’ennesima restrizione impone una riflessione sullericadute negative. Nei giorni scorsi il  coordinatore nazionale del G20 Spiagge  Pasqualino Codognotto aveva inviato una lettera  ai presidenti della Repubblica Mattarella e del Consiglio Draghi nella quale viene oltre alla riapertura del turismo balneare, chiedeva il sostegno a tutti gli operatori turistici della montagna e della fascia collinare.

Valerio Nadal presidente Condifesa TVB (Treviso-Vicenza-Belluno) oltre 10mila imprese associate: “ La salute è la priorità e va salvaguardata, ma l’economia è fondamentale. Vogliamo chiarezza sul futuro, saperne di più sulle riaperture, il turismo legato alla montagna e la fascia collinare nella Marca per noi è vitale. Siamo pronti a rispettare le regole e le distanze ma ci servono certezze. Rappresento il mondo del vino e nel 2020 per certe aziende è stato un anno da dimenticare”. 

Nel dibattito interviene anche Franco Passador direttore generale di ViVO Cantine Viticoltori del Veneto orientale, una delle più importanti realtà produttive regionali, con 10 cantine, 70 milioni di chili d’uva lavorata, 30 milioni di bottiglie esportate e un fatturato consolidato che supera i 110 milioni di euro.“A registrare le contrazioni più rilevanti è sicuramente il segmento HoReCa ove si sono registrati cali di consumo assolutamente preoccupanti a causa del lockdown della ristorazione nonché per l’azzeramento del flusso turistico.”

Fiorenzo Lorenzon presidente Coldiretti di San Biagio di Callalta e produttore di vino da oltre mezzo secolo:  “Si spera che i vaccini possano avere l’effetto di fermare il virus quindi, ripartire con la stagione estiva. Ciò darebbe ossigeno alle nostre aziende, a tutto l’indotto dell’enogastronomia che sta enormemente soffrendo”.