Incontrare i ragazzi fuori dai locali per promuovere un divertimento sano e allontanare la trasgressione a tutti i costi: questo l’obiettivo di In case of fun, il progetto messo a punto dall’Ulss 12 Veneziana e dalla Cooperativa Itaca. Gli operatori intervengono, appunto, “in caso di divertimento”. “Vogliamo tenere aperto un canale di dialogo – spiega il dottor Alessandro Pani, responsabile del Servizio per le Dipendenze – che possa prevenire il divertimento fatto di trasgressione e promuovere, invece, un divertimento sano”. D’estate, infatti, aumenta l’uso “una tantum” di stupefacenti e si moltiplicano le occasioni di festa organizzate per il target giovane: i locali si riempiono e si propongono altre ‘occasioni’, tra cui i rave party che coinvolgono, in genere sulle spiagge, molte centinaia di giovani.
“Divertimento e musica – continua il medico – non significano automaticamente sballo e uso di sostanza stupefacenti. Ma locali e feste oceaniche sono occasioni ghiotte per chi spaccia, da una parte, e nel contempo sono situazioni in cui le difese dei giovani possono abbassarsi. Locali e grandi feste sono quindi il contesto ideale per quei giovani che assumono sostanze senza essere dipendenti, ma con l’intenzione di sballare in quella particolare occasione”. Un ricorso una tantum agli stupefacenti che può sembrare meno pericoloso della dipendenza, ma in realtà presenta risvolti gravi per due motivi: le sostanze, spesso, vengono assunte in un mix con altre o associate all’alcool e questi mix sono di difficile controllo e di effetto imprevedibile, quindi pericolosissimi.
Gli operatori di In case of fun hanno cominciato con una mappatura dei luoghi del divertimento e si proseguirà per tutta la stagione incontrando i giovani nei principali luoghi di aggregazione e del divertimento notturno, instaurando una relazione di dialogo e di confronto, fornendo loro informazioni relative all’abuso di alcol e di sostanze psicotrope. Un lavoro, dunque, in mezzo ai ragazzi per prevenire i comportamenti a rischio legati all’uso di sostanze. Allo stesso tempo gli operatori diventano un’antenna rispetto ad altri comportamenti “derivati” e pericolosi, come guidare dopo una festa in stato di ebbrezza, sotto l’effetto di droga, o quando si è troppo stanchi dopo una notte passata a divertirsi.
Più di 1200 le persone monitorate nel 2014, più di 600 i giovani con cui gli operatori hanno costruito un dialogo, più di 200 i test effettuati con il consenso dei ragazzi, la metà dei quali con esito positivo, su cui i soggetti monitorati hanno poi potuto confrontarsi con gli operatori.