Mister Paolo Vanoli, allenatore del Venezia FC - foto Andrea Pattaro@Vision
Mister Paolo Vanoli, allenatore del Venezia FC - foto Andrea Pattaro@Vision

Le dichiarazioni di mister Paolo Vanoli post Venezia-Palermo, match perso al Penzo per 3-1 dagli arancioneroverdi.
“Dobbiamo imparare che, quando giochiamo, a volte, i piccoli dettagli fanno la differenza. Il rigore ci ha destabilizzati un po’, ma poi ho visto un ottimo Venezia. Ci siamo confrontati a viso aperto, volevamo vincerla, ma poi su quell’episodio su calcio d’angolo, loro hanno fatto goal. Due marcature subite da palla inattive. Il Palermo è una squadra come me la aspettavo, in crescita. Ma anche il Venezia sta facendo vedere ottime cose. Ci manca oltre che un po’ di tranquillità anche un po’ di furbizia. Adesso pensiamo al derby”.
L’ha soddisfatta la soluzione della doppia punta?
”I meccanismi bisogna allenarli. Dovevamo trovare l’ampiezza dall’altra parte che non sempre abbiamo trovato. Normale che a volte perdiamo di profondità, dobbiamo portare gli attaccanti vicino all’area di rigore per far sì che si trovino, pian piano ce la faremo”.
Rimpianti di Vanoli nel post Venezia-Palermo?
”No, oggi ha vinto penso la squadra che è stata piùà matura, quella è stata la differenza. Bravi, perché soprattutto a metà campo hanno messo più esperienza. Ma sono soddisfatto della mia squadra”.
Avevate avuto varie occasioni.
”Nel momento in cui siamo rientrati, stavamo facendo una grande partita, penso anche la migliore della stagione. Loro l’hanno aperta con un rigore e l’hanno chiusa con un corner”.
C’era il fallo di mani di Di Francesco?
”Non l’ho visto, però ripeto: con tutte le volte che siamo arrivati lì, dobbiamo fare di più. Ci era successo anche sabato contro il Brescia”.
Problemi muscolari per Sverko?
”Purtroppo sì, conseguenza anche del fatto che abbiamo avuto un giorno in meno per recuperare. Speriamo non sia nulla di così serio”.
Si può dire che stasera sia stata la qualità davanti a fare la differenza?
”Non parlo del singolo. Una squadra forte non si deve appoggiare solo agli attaccanti. Le cose poi le hai nel DNA, per dire: Joel il goal ce lo ha nel DNA. Ripeto: piano piano si lavora”.