Per la vendemmia e la raccolta della frutta in Veneto la campagna attende – solo per questo mese – 4 mila stagionali specializzati bloccati nei Paesi d’origine per l’emergenza sanitaria. Sono i dati di Coldiretti che lancia l’appello di estendere  i tamponi all’arrivo in Italia anche lavoratori nei campi provenienti dall’estero: una misura strategica per salvare una produzione di circa 182 mln di chili di mele sugli alberi appena iniziata come pure la vendemmia ormai imminente per la quale la regione dei primati con Prosecco e Pinot Grigio e le tante denominazioni concorre alla produzione di vino Made in Italy attorno ai 45 milioni di ettolitri in calo di circa il 5% rispetto allo scorso anno con il testa a testa con i cugini francesi per il podio mondiale.

Coldiretti sottolinea le scelte intraprese in Trentino Alto Adige dove è stato dato il via libera anche ai test sui lavoratori nei campi provenienti dall’estero che potranno partecipare da subito alle attività di raccolta della frutta e dell’uva messi a rischio dalla mancanza di manodopera qualificata per il blocco delle frontiere per il rischio Covid. In questo modo i lavoratori stranieri che superano il test potranno svolgere le attività di raccolta con la Coldiretti che ha avviato una campagna di comunicazione rivolta alle imprese e agli stessi lavoratori per garantire il rispetto delle regole e tutelare la salute pubblica.

Una esperienza che – sottolinea la Coldiretti – va estesa a tutte le regioni per consentire le attività di raccolta nel rispetto di tutte le garanzia di sicurezza. Ma per salvare le produzioni Made in Italy occorre soprattutto dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter lavorare nei campi attraverso una radicale semplificazione del voucher “agricolo”. Un provvedimento che interesserebbe almeno 25mila italiani in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà. “L’Italia non può permettersi di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori più dinamici dell’economia” afferma il presidente la Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “bisogna ripensare ad uno strumento per il settore che semplifichi la burocrazia per l’impresa, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità all’impiego e dall’altra generi opportunità di integrazione al reddito preziosa considerato il periodo di crisi”.

Nonostante un meteo pazzo con caldo africano alternato a bombe d’acqua e grandinate – sottolinea Coldiretti – si prevede per l’Italia del vino una annata di buona/ottima qualità anche se l’andamento della raccolta delle uve dipenderà molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo.  La produzione tricolore sarà destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt – sottolinea la Coldiretti – con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola. Sul territorio nazionale – conclude Coldiretti – ci sono 567 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l’Italia che vanta lungo tutta la Penisola la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenaria.