Mister Paolo Zanetti, allenatore del Venezia FC, in conferenza stampa
Mister Paolo Zanetti, allenatore del Venezia FC, in conferenza stampa

Oggi mister Paolo Zanetti, allenatore del Venezia FC, ha incontrato la stampa all’antivigilia del match in casa contro l’Atalanta.
Mister, innanzitutto: novità dall’infermeria?
“Sì, e non buone, purtroppo. Modolo ha un problema al ginocchio, precisamente al menisco e pure abbastanza particolare; stiamo provando a fare una terapia conservativa per non operarlo. Ha dolori e non sarà della partita di sabato. Se anche la prossima settimana non riprenderà, si opererà e sarà finita la stagione. Vacca non c’è ma forse ci sarà per la gara contro la Salernitana. Haps è squalificato così come Kiyine, Caldara e Crnigoj hanno entrambi accusato problemi muscolare in settimana. in difesa, stante la situazione, non abbiamo più ricambi, visto le squalifiche e le assenze di Ebuehi e Modolo. Invece Cuisance rientra, Sigurdsson anche, viene via Issa Bah della primavera, credo abbia le capacità per stare con noi, si tratta infatti di un attaccante con un buon dribbling. Si aggrega a noi, Andiamo via in 23, con il terzo portiere, quindi in panchina ci saranno Bah e Lazar”.
Che cosa cambia psicologicamente dopo la gara di ieri sera della Salernitana?
“Fermo restando che ora con la Salernitana abbiamo disputato le stesse gare ed abbiamo gli stessi punti, ora siamo in tre a inseguire il Cagliari, ed abbiamo di fronte un calendario più o meno difficile per tutti. Adesso è il momento di avere sangue freddo e guardare a quello che si può fare ancora e non a quello che non è stato fatto. Dobbiamo concentrarci assolutamente su quello che possiamo fare. Dovremo tirare fuori lo spirito di sopravvivenza che a volte fa cambiare i pronostici. Certo, il nostro è un obiettivo complicato, per quello che non abbiamo fatto bene a causa nostra, non per quello che non hanno fatto gli altri, con responsabilità giustamente condivise. Adesso però è tempo di andare in campo con la squadra migliore che abbiamo e con il massimo potenziale. E giocare, giocare al massimo, buttare in campo tutto quello che abbiamo, dare l’impressione di crederci veramente e non dare la sensazione di paura del primo tempo che abbiamo disputato a Firenze. E’ infatti stato rimo tempo imbarazzante, come penso mai abbiamo fatto. Il secondo tempo invece mi ha reso orgoglioso, con un po’ di coraggio e qualità in più potevamo pareggiare contro una squadra in grandissima salute. Quello che voglio è esattamente il contrario di quello che è successo nel primo tempo a Firenze. Vogliamo fare un certo tipo di calcio e l’impronta parte dalla prima squadra. Voi sapete come giocano le mie squadre al di là del risultato. Sono molto più incavolato per quello che non abbiamo fatto. Fermo restando che avremo di fronte un avversario che verrà qui per svoltare il suo momento, che è particolare”.
Contro l’Atalanta avete giocato diversamente, in campionato e in Coppa Italia.
“In Coppa Italia fatta abbiamo fatto una gara diversa, eravamo impauriti contro un’Atalanta che dava goal a chiunque. Mi viene da pensare che, quando non abbiamo fatto prestazione, le abbiamo prese da chiunque. Abbiamo regalato palla quando l’abbiamo conquistata, scelte anche strane che denotavano paure da parte nostra. Voglio ricordare però che in altre situazioni, nella fattispecie col Torino, dopo il primo quarto d’ora l’abbiamo ribaltata, questo perché siamo sempre alla ricerca costante della nostra condizione psicologica e morale. In serie A, poi, l’esperienza ti costa delle prestazioni sbagliate. Spero che l’esperienza ti porti a non fare più prestazioni sbagliate. Ci tengo a continuare a lavorare su questo, ma senza pensare mai che non lavoriamo per un obiettivo. Quando ragioneremo per altri discorsi, significa che siamo già morti. La Salernitana guarda al futuro con un certo modo di pensare. Noi abbiamo gli stessi punti della Salernitana. Dobbiamo gettare via lo stadio pieno di piombo che abbiamo e cercare di lavorare”.
Spesso le partite sono state decise da episodi.
“Gli episodi possono cambiare dalla mattina alla sera, ma per spostarli dalla nostra parte ci dobbiamo credere. Io lotto da qui fino alla fine, anche se agonizzante, lo devo a tutti, al presidente, ai tifosi. A fine anno li metterò in croce tutti, i giocatori, e dirò quel che devo dire. Ma adesso il mio deve essere il sentimento, la mentalità univoca del mister, dei giocatori, dell’ambiente, che logicamente è frustrato, non arrivando risultati. L’ambiente va recuperato”.
Nove punti possono bastare per salvarsi?
“Difficile che bastino, ora come ora. Anche se sia il Cagliari che lo Spezia hanno battuto grandi squadre, noi invece abbiamo perso 5 gare al 94esimo. Per colpa nostra e per bravura degli avversari.
Ora noi qualche punto dobbiamo tirarlo fuori, come fatto dagli altri”.
La spaventa l’Atalanta un po’ leone ferito?
“Impossibile che l’Atalanta non spaventi, così come trovo difficile discutere un allenatore come Gasperini, che ha cambiato il modo di vedere il calcio in Italia, che aggredisce a tutto campo, che non ha paura, un modo di vedere il calcio a livello europeo, uno dei migliori allenatori in assoluto. So che è dura per tanti da capire, l’Atalanta ci deve spaventare ma poi dipende che reazione hai rispetto a questa paura. Se la tensione si trasforma in rabbia e coesione, la partita si può fare. Se regaliamo i goal è impossibile battere l’Atalanta. E nella gestione del timore di chi incontriamo che si vede se siamo squadra da serie A”.
A proposito di Torino: pensa che potrete cambiare modulo in corso gara, come avete fatto in quell’occasione?
“Può essere una chiave, ma non ho abbastanza difensori per farlo. Inoltre, come detto, non ho Vacca da spostare dietro Ampadu, al momento credo che quello che è stato fatto a Torino lo vedo di difficile realizzazione, per motivi numerici”.
Quindi la difesa come potrebbe essere organizzata?
Se non c’è Caldara, ci sono comunque Svoboda e Ceccaroni. Ampadu per noi è determinante in questo momento, è un giocatore che contrasta, è un difensore pulito, non è il play dei miei sogni, ma ha rendimento costante ed è un giocatore determinante in zona nevralgica. E quando non c’è, si sente”.