Continua a tenere banco l’allarme West Nile Virus in Veneto. Altri due contagi sono stati registrati in provincia di Treviso, precisamente a Castelfranco dove due settantenni residenti a Treville e in quartiere Valsugana hanno contratto la malattia meglio nota come Febbre del Nilo. Gli uomini sono ora ricoverati al Ca’ Foncello di Treviso.

Sono 132 i casi registrati in Veneto, di cui 41 che sono evoluti nella forma neuroinvasiva comportando la morte di 6 persone. La provincia di Treviso è invece tra quelle dove è stato rilevato il minor numero di casi di West Nile Virus con sole 3 unità, a cui vanno aggiunti i 2 settantenni di Castelfranco. Al momento la provincia più colpita dal virus è invece quella di Padova con 54 contagi, di cui 44 forme febbrili e 10 neuroinvasive, seguita da Rovigo (26 contagi totali), Verona (24), Venezia (19) e Vicenza (6).

La zanzara comune, responsabile della trasmissione del virus, provoca maggiori complicazioni tra soggetti anziani e immunodepressi, come chi ha subito un trapiano d’organi. Questo può implicare che due persone, punte dalla stessa zanzara, contraggano sintomi più o meno gravi in base alla loro età e allo stato di salute.

Nel frattempo l’amministrazione comunale di Castelfranco è corsa ai ripari con nuove disinfestazioni e ricordando alla cittadinanza tramite il proprio sito web i seguenti suggerimenti per evitare la diffusione del virus:

  • ricorrere a misure di protezione individuali, come l’uso di un abbigliamento idoneo (maniche lunghe, pantaloni lunghi e scarpe chiuse) o di insetto-repellenti  da spruzzare o spalmare sulle parti scoperte del corpo;
  • per quanto riguarda le abitazioni, per evitare l’ingresso delle zanzare, si deve ricorrere all’uso di zanzariere a maglie fitte da collocare su porte e finestre. Spirali fumigene (zampironi, solo per uso estero) o elettro emanatori di insetticida (per interni) possono risultare utili per mantenere le zanzare lontane da aree di piccole dimensioni;
  • rimozione dei focolai larvali peri-domestici (es. svuotamento sottovasi con acqua stagnante, copertura bidoni ed eventualmente esecuzione di trattamenti larvicidi su focolai non rimovibili in ambito domestico, ecc.).