Ogni festività ha i suoi simboli. Per il Natale del giorno d’oggi quello principe è senza dubbio
l’albero, solitamente un abete, ad essere il simbolo di una festa che ha ancora tutto lo spirito della
tradizione. A noi piace addobbarlo con palline colorate, luci, nastri scintillanti, ma la cosa più bella è riempirlo
di oggetti proprio da noi, magari a scuola, o a casa, in pasta di sale!
L’albero per tradizione andrebbe allestito l’8 dicembre, giorno in cui si festeggia l’Immacolata
Concezione, ma ormai è sempre più frequente prepararlo già a novembre.
Quella dell’albero è una tradizione antica che viene fatta risalire ai riti pagani del ceppo, che veniva
bruciato nei giorni del solstizio invernale, quelli più corti dell’anno. Simbolicamente si bruciava il
passato, e si coglievano i segni del prossimo futuro. Oggi una trazione simile è quella del Panevin,
ma anche l’albero di Natale ne contiene tutti i simboli: le luci e le luminarie sono le scintille del
falò, le palle e le decorazioni sono speranze di prosperità, l’abete sempreverde la speranza di
rinascita, i fili d’oro e d’argento i capelli delle fate.

L’altro simbolo caratteristico del Natale e quello più caro ai cristiani è il presepe. La tradizione
vuole che l’origine del presepe come lo intendiamo oggi, risalga al 1223, e si debba a San
Francesco che realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività.
L’uso del presepe natalizio prese piede nei secoli successivi, dal 1600 in poi, e fece nascere una vera
e propria scuola artigianale che ebbe i suoi centri maggiori a Genova e soprattutto a Napoli. Qui
ogni anno, ancora oggi, si realizzano presepi ricchissimi, composti da vere e proprie statue che
rappresentano ogni categoria sociale!
Noi preferiamo però i presepi più popolari, realizzati in materiali poveri (argilla, cartapesta, legno).
Sono i più divertenti e possiamo farli anche noi dando sfogo alla nostra fantasia!

Altri simboli del Natale, vere delizie per il palato, sono il panettone e pandoro, di origine
lombarda. Il panettone sembra che esistesse già nel ‘200: era un pane arricchito di lievito, miele, uva
secca e zucca. Nel ‘600 aveva la forma di una rozza focaccia, fatta di farina di grano e chicchi d’uva.
Poi nell’800 venne arricchito con uova, zucchero ed uva passa, quale presagio di ricchezza e denaro.
Oggi panettone e pandoro vengono realizzati e commercializzati praticamente ovunque e non
mancano mai sulle tavole a Natale.

Ci sono però altri simboli di questa bella festa. Ad esempio il vischio, la pianta natalizia per
eccellenza, riconosciuta come pianta di buon augurio. Oppure agrifoglio e pungitopo: sono dei
portafortuna e, per la tradizione cristiana, simbolo di forza e di difesa contro i mali, mentre le
bacche sono la luce di Natale, simbolo di allegria e di buon auspicio.
Infine due frutti: l’arancia, il frutto dell’inverno, raffigura il Natale a tavola per il suo splendore e
per la speranza che porta con sé di sole e calore; la melagrana simboleggia invece la rigenerazione
della terra.
Lorenza Pilloni