Ora l’invito ad uscire dall’euro arriva anche dagli investitori stranieri, che non credono più alla ripresa del Belpaese. Secondo Albert Edwards, strategist di Société Générale, uno dei principali gruppi finanziari europei, l’operazione di salvataggio delle banche italiane è [s2If !current_user_can(access_s2member_level1)] …READ MORE[/s2If][s2If current_user_can(access_s2member_level1)] “una perdita di tempo”.

“L’Italia è totalmente moribonda – ha commentato l’esperto durante l’annuale convegno sugli investimenti tenutosi recentemente a Londra -; nonostante ciò, stiamo assistendo a grandi sforzi a favore di operazioni di bail-out per le banche italiane. Ma il problema dell’Italia non sono le banche; è l’euro”.

Soltanto dicendo addio alla moneta unica, l’Italia potrebbe finalmente avere il pieno controllo sui tassi di interesse e sulla propria valuta, diventando più competitiva sulla scena mondiale. Tornando alla lira e svalutandola, l’Italia renderebbe le sue esportazioni molto più convenienti e di conseguenza appetibili agli acquirenti stranieri.

“Da quando, nel 1999, è entrata nell’Eurozona – ha detto ancora Edwards – l’Italia ha registrato una progressiva ma sistematica decrescita. Un trend che difficilmente potrebbe invertirsi”.

“I crediti deteriorati che zavorrano il sistema finanziario italiano sono solo ‘il sintomo’, non ‘la causa’, dei problemi del Paese. Dopo una lunga fase di stagnazione, il Pil ha accennato una timida risalita di appena lo 0,3% nel terzo trimestre”.

L’analista ammette poi che il vero problema italiano è l’occupazione. “Con un tasso di disoccupazione all’11,9%, mentre la media dell’Eurozona è del 9,8%”, la partita si fa dura.

In queste condizioni, il piano di salvataggio di 20 miliardi lanciato dal governo per sostenere le banche italiane, incluso lo scudo del valore di 8 miliardi a favore di MPS, secondo Edwards è perfettamente inutile.

4.21

GB

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