Ritratto fotografico di Domenico Pisoni, Costantino Reyer (seduto) e Pietro Gallo - foto dal sito dell'Umana Reyer Venezia
Ritratto fotografico di Domenico Pisoni, Costantino Reyer (seduto) e Pietro Gallo - foto dal sito dell'Umana Reyer Venezia

Quest’anno ricorre il 150esimo anniversario dalla nascita della Reyer. Nell’occasione, la società orogranata ha deciso di pubblicare la storia a puntate.

Tratto dal libro Costantino Reyer e Pietro Gallo. Le origini degli sport moderni a Venezia.
Di Giorgio Crovato e Alessandro Rizzardini.

Marzo 1872

[…] Il clima politico che si respira altresì a Venezia è di riformismo in sostegno delle classi meno abbienti, favorevole all’apertura di una palestra dove l’attività fisica possa essere praticata un po’ da tutti.

Scrivono Reyer e Gallo:

“La razza umana è oggidì in decadenza fisica e morale. Argine potente ed indispensabile a tanto male è l’educazione fisica, che, abbracciando l’insegnamento dell’igiene, anatomia, fisiologia, nuoto e ginnastica, deve riguardarsi obbligatoria al pari del leggere, dello scrivere e dell’aritmetica. Deve però consolidarsi vieppiù l’educazione morale e prevalere all’educazione intellettuale, che sopraccarica il cervello al di sopra di quanto alla natura gli è dato da sopportare. L’educazione fisica ci deve dare corpi sani, robusti e belli; costituzioni in quanto è possibile perfette, e non ci peritiamo di dire e sostenere che la Grecia antica deve la sua sublimità nelle arti plastiche all’armonia e venustà delle forme fisiche della sua popolazione”.

In realtà i ginnasiarchi veneziani cavalcano palesemente l’onda del risorgimento civile sull’attenzione ai temi sociali ben presenti in città, dove si moltiplicano le iniziative a favore dell’igiene generale e dei molti indigenti, spesso bambini. Il tasso di mortalità infantile veneziano è altissimo, molti giovani sbandati vengono raccolti nei patronati, partono nuove iniziative, spesso aiutate da collette cittadine, per l’invio nei centri terapeutici estivi e la ginnastica correttiva prende sempre più piede.

L’apertura di palestre e circoli privati viene inoltre stimolata anche dalle disposizioni municipali che proibiscono i giochi «sulle pubbliche vie». I giochi risultano tuttavia al centro dell’attenzione, circostanza suggerita dalla moderna pedagogia. In particolare il primo asilo froebeliano d’Italia è veneziano: aperto nel 1869 ai Santi Apostoli, da Adele Levi Della Vida, figlia di Samuele Della Vida e di Regina Pincherle, è diretto da Emilia Froehlich, direttrice anche dell’asilo modello di Berlino”. Ma in rapida successione temporale, nel corso di cinque anni ne vengono aperti altri tre”.

Settembre 1872

Nal settembre 1872, a Venezia, presso palazzo Pisani a Santo Siefano, si tiene I’VII Congresso Pedagogico Nazionale, dove insegnanti e cultori della materia da tutta Italia si danno appuntamento. Il veneziano d’adozione Adolfo Pick, assertore della lezione di Fröbel, è tra i principali relatori. Non mancano teorie e dimostrazioni anche curiose sulla ginnastica. È del professore Pitagora Conti di Camerino il metodo di apprendere la geografia aiutandosi, appunto, con la ginnastica: viene disegnata sul pavimento della palestra la figura dell’Italia e il gioco consiste nel cercare correndo i punti indicati dagli insegnanti: regioni, città, monti, fiumi e qualsiasi altra configurazione geografica.
I luoghi vengono segnati da una bandiera e vince la squadra che raggiunge per prima gli obiettivi indicati.
Il 14 settembre dello stesso anno, nel cortile di Palazzo Ducale Pietro Gallo, davanti a funzionari della Municipalità, autorità scolastiche e della società civile, dà vita con successo al saggio annuale degli studenti delle elementari:

I movimenti furono esposti a dovere e riscossero applausi particolarmente quelli delle fanciulle e quando erano accompagnati dal canto corale dell’egregio sig. Furlanetto. Abbiamo udito molti membri del Congresso pedagogico che esprimevano la loro soddisfazione, e ci associamo ad essi nel lodare il direttore sig. Gallo e quei bravi maestri e maestre che con molta abnegazione si adoperano per l’insegnamento della ginnastica nelle ore che lor sarebbero destinate al riposo. Or non rimane che la istituzione della palestra perché Venezia occupi il primo posto nelle istituzioni ginnastiche d’Italia“.

Qualche giorno più tardi, il 30 settembre, la «Gazzetta di Venezia» pubblica il seguente trafiletto: «Sentiamo che hanno luogo pratiche tra il Municipio ed il Governo per l’istituzione d’una palestra centrale ginnastica, ad uso tanto delle Scuole Regie, quanto delle Municipali». È il preludio alla fondazione della Società Veneziana di Ginnastica.
Si è appena concluso il III Congresso Ginnastico Italiano a Verona, presenti Costantino Reyer e Pietro Gallo. Nella relazione di quest’ultimo, indirizzata al sindaco di Venezia Antonio Fornoni, viene messa in evidenza la necessità di propagandare l’educazione fisica mediante la fondazione di nuove società:

Urge quindi che ognuno si adoperi nella propria città e Provincia a fondare nuove Società a fine d’incorporarle alla Federazione e generalizzare con essa gli esercizi ginnastici in tutte le scuole. Ho l’onore pertanto d’informare la S.V. Ill. che, in unione ad alcuni cultori della ginnastica, stiamo studiando i mezzi più acconci a fondare al più presto possibile una piccola Società, a cui dichiaro fino da ora di prestar l’opera mia con ogni disinteresse. Sarà questa Società composta di giovani, già avanzati nelle discipline ginnastiche; Società, la quale recherà un vero aiuto alla Federazione, posto che sia istituita la Palestra centrale. Verranno eziandio aggiunti altri rami d’insegnamento fra cui la scherma, il remo, il nuoto, ecc.

Il primo novembre 1872, in casa di Pietro Gallo, sestiere di Dorsoduro 2056, avviene la riunione iniziale per la fondazione di una nuova società, I diciassette soci presenti, oltre al padrone di casa, e quindi fondatori risultano: Asti, Apollo Barbon, Adolfo Carnielli, Giuseppe Castelli, Pietro Grubisch, Locatello, Vichielin, Moro, Padovan, Pastori, Girolamo Polacco, Poma, Sostero, Tomasimi, Tosi, Valle. In questa prima riunione – che segna la data di fondazione della Ginnastica Veneziana – vengono eletti per la stesura dello statuto: «De Vecchi, Gallo, Francesco Rigobon. Per trattare il locale palestra: Bellotto, Moro (Ludovico), Polacco, Fabiano Gregorio Valle».

Il 9 novembre successivo viene programmata la seconda riunione presso il Regio Istituto Tecnico e Nautico a San Giovanni Laterano”, sempre a Venezia, «gentilmente concesso dal preside cavalier Demetrio Busoni»”.
La «Gazzetta di Venezia» rimarca la notizia della fondazione di una nuova società e il 3 novembre scrive che: «visti i buoni frutti che hanno prodotto sinora gli esercizi ginnastici nei pubblici e privati Stabilimenti di educazione, è da augurare prospere sorti a questa società che si propone di allargare cotesti esercizi ad una cerchia molto più estesa di giovani e cittadini». L’allusione è all’introduzione obbligatoria nelle materie scolastiche della ginnastica, decisione che il Municipio di Venezia prende anticipando di qualche anno quella statale, ma anche alla nuova palestra privata Bellusso-Coda che, quasi in contemporanea alla Società Veneziana di Ginnastica, sta per iniziare la sua attività.

Nella riunione del 9 novembre 1872 a San Giovanni Laterano viene perfezionata la fondazione, ma in realtà i convenuti riescono a dibattere e a deliberare solo su parte del programma. Le discussioni sui venti punti finali dello statuto, «al quale partecipano molto attivamente Jacopo Bratti, R. Fabris, Pietro Gallo, Filippo Nerini, L. Zambon e altri, si protraggono a lungo, facendo decidere il presidente provvisorio Pietro Gallo ad aggiornare la riunione per il successivo sabato 16. Si fa però in tempo a dedicare la nuova società a Costantino Reyer»”.
Sono Apollo Barbon e Pietro Gallo a proporre di dedicarla, tra gli applausi, proprio a Costantino, «persona coltissima ed erudita assai nelle discipline ginnastiche, per istudi e viaggi fatti a tal scopo in Germania, Svizzera e Francia». Il motto è: «Mens Sana in Corpore Sano», riprendendo, alla stregua di altre società, il noto aforisma di Giovenale.
Il nome: Società Veneziana di Ginnastica Costantino Reyer.

Costantino Reyer non c’è, negli ultimi due anni ha viaggiato per l’Europa per onorare il prestigioso incarico di riorganizzatore della ginnastica tedesca; lascia l’alloggio veneziano e gli ultimi impegni in città (al Liceo Marco Polo e alla Scuola Tecnica di San Stin) nel giugno chiudendo (o avendolo già fatto in precedenza) la palestra ai Santi Apostoli”.
Gallo diviene presidente provvisoriamente fino alla riunione elettiva del 16 novembre, nella quale, a scrutinio segreto, viene eletto come primo presidente «il Cavalier Antonio Fornoni, sindaco di Venezia, vicepresidente Dante di Serego Alighieri, segretario Girolamo Polacco, consiglieri un ristretto lotto di personaggi dall’altissimo profilo sociale e politico: il cav. Guglielmo Berchet, il cav. dott. Antonio Berti, Pietro Gallo, il prof. Filippo Nerini e il cav. Giovanni Battista Ruffini»”.