Consapevolezza del passato, importanza dei valori, rispetto per la Storia, condivisione. Questi i punti cardine dell’intervento di Sergio Mattarella a Vittorio Veneto per la celebrazione dell’anniversario della Liberazione. Nella città doppiamente simbolo delle guerre mondiali, teatro della battaglia decisiva del 1918 e Medaglia d’Oro alla Resistenza nel 1945, il Capo dello Stato ha voluto omaggiare due figure patriottiche. Se la chiusura del suo discorso al Teatro Da Ponte è stata dedicata a Teresio Olivelli (“Non esistono liberatori ma soltanto uomini che si liberano”), il Presidente della Repubblica ha voluto onorare la memoria di Tina Anselmi, trevigiana, senatrice della Repubblica e prima ancora impegnata nella Resistenza ai nazifascisti.

“Il Veneto è stato teatro di una guerra ingiusta, una terra che è diventata via di fuga dell’invasore – ha ricordato Mattarella – E qui è emerso il carattere anche delle donne che hanno scritto pagine di storia con il loro impegno in prima persona”. Il Presidente ha poi ricordato i 600mila soldati del Regio Esercito che preferirono la deportazione nei lager all’arruolamento per combattere con lo Stato fantoccio di Salò. “Anche il loro esempio è attualissimo: non possiamo chinare la testa davanti a chi vorrebbe riportare oggi in auge parole e concetti quali asservimento, terrore ed odio”.

Sul palco assieme al Capo dello Stato è salita anche l’ex staffetta partigiana Francesca Meneghin, oggi 92enne. Il suo discorso ha toccato ed emozionato il pubblico: “Senza le donne, la Resistenza avrebbe dovuto combattere ben più a lungo e si sarebbero contati molti più morti. Sono orgogliosa di quanto ho fatto, eravamo tutti impegnati in una giusta causa per il futuro del nostro Paese”.

Le celebrazioni, aperte nella piazza antistante il Museo della Battaglia alle 11 con l’alzabandiera, sono proseguite in città sino al tardo pomeriggio. Ad ascoltare l’intervento di Mattarella una folta platea composta da comuni cittadini e da istituzioni locali. Tra i politici, il governatore Luca Zaia ha voluto ricordare tutte le vittime della Seconda Guerra Mondiale, in particolare gli ebrei trucidati nei campi di sterminio, auspicando che il 25 aprile sia festa inclusiva e di tutti, lontana da condizionamenti e da separazioni di partito.