La Guardia di FInanza di Venezia - foto di repertorio
La Guardia di FInanza di Venezia - foto di repertorio

L’assessore alla Mobilità del Comune di Venezia, Renato Boraso, è stato arrestato nell’ambito dell’indagine su reati contro la pubblica amministrazione  svolta dalla Guardia di Finanza. L’arresto è avvenuto nella mattinata odierna, quando militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia sono stati delegati dalla Procura della Repubblica di Venezia all’esecuzione di un’ordinanza di applicazione di circa dieci misure cautelari nei confronti di 18 persone tra amministratori, pubblici funzionari e di imprenditori. Sono in corso sequestri preventivi per circa 1 milione di euro, e l’abitazione di Boraso è stata sottoposta a perquisizione. Lo riporta l’Ansa.

Avviso di garanzia al Sindaco di Venezia

“E’ stata consegnata una comunicazione di garanzia al sindaco di Venezia, a sua tutela: stiamo accertando eventuali ipotesi di reato in relazione al cosiddetto Pili e ad altre attività che sono formalmente coperte da blind trust, sul quale stiamo facendo accertamenti”. Lo ha annunciato, nella mattina di oggi, il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, nel corso della conferenza stampa sull’indagine della Guardia di Finanza su reati contro la pubblica amministrazione. Il procuratore Cherchi ha precisato che, “benché il sindaco non entri nel blind trust perché il soggetto amministratore è altro, a sua tutela abbiamo ritenuto di comunicargli che stiamo indagando sullo stesso blind trust. Stiamo accertando che cos’è e se funzioni correttamente”.

Due persone in carcere e sette agli arresti domiciliari

Oltre all’assessore Renato Boraso, si trova in carcere un imprenditore edile, Fabrizio Ormenese. Due pertanto sono le ordinanze di custodia cautelare in carcere, mentre sette sono quelle agli arresti domiciliari eseguite questa mattina dalla Guardia di Finanza di Venezia nell’ambito dell’indagine su appalti e pubblica amministrazione. Ai domiciliari si trovano funzionari comunali e di società partecipate pubbliche, tra cui Actv. Per altri sei indagati è stata disposta l’interdizione per 12 mesi dai pubblici uffici. Fra gli indagati, in tutto 18,  figurano il direttore generale dell’Actv, Giovanni Seno, e il responsabile del settore appalti, Fabio Cacco, come riportato dall’Ansa.