Il mese scorso la notizia della pista ciclabile che collegherà il centro storico alle zone limitrofe attraverso Viale Montegrappa ha alzato un gran polverone di critiche e polemiche da parte di esponenti politici e cittadini. Innanzitutto si sono dichiarati contrari a tale progetto alcuni esponenti della Lega e qualche dubbio sembra esserci anche da parte della stessa maggioranza. Ma i malumori più forti, per quanto riguarda la non voluta pista ciclabile, sono arrivati proprio dai commercianti che da questi lavori trarranno ben pochi vantaggi e molti più disagi. Le critiche sono giunte non solo per la notizia fra capo e collo di chi lavora nella zona interessata che fino ad ottobre si vedrà un cantiere fuori dalla porta, ma anche critiche a livello tecnico su alcuni punti delicati della viabilità presa in esame per la pista ciclabile.
In ogni caso le polemiche non si limitano al progetto uscito allo scoperto il mese scorso, piuttosto raccontano di un malcontento dei cittadini che soffrono vedendo il centro città sempre nei pensieri del sindaco Manildo mentre le periferie sembrano invece abbandonate a loro stesse e vedono pochi progetti al loro orizzonte. Da quando, infatti, si parla di pista ciclabile in Viale Montegrappa in molti si sono chiesti: e la pista ciclabile tanto richiesta a Santa Bona?
Le colonne portanti delle azioni in centro storico della giunta comunale e del sindaco Manildo sono state certamente la cultura e l’arte: Santa Caterina, Goldin, il nuovo museo Bailo, la collezione Salce, tutte le mostre organizzate fra le quali spicca quella di Escher e tutte le manifestazioni culturali. Sono iniziative che hanno alzato il livello culturale, artistico e in parte anche turistico della città di Treviso. Per quanto riguarda invece gli altri progetti del sindaco la storia è diversa. Per esempio se osserviamo la pedonalizzazione del centro, che è stata uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Manildo, si rimane un po’ perplessi poiché solo due delle tante piazze centrali sono state rese pedonali: Piazza Rinaldi e Piazza Santa Maria dei Battuti. Entrambe hanno fatto scaldare gli animi dei trevigiani perché nella prima sono andati persi diversi parcheggi e nella seconda i lavori sono ancora in corso, i commercianti sono allo stremo da quando la piazza è un cantiere a cielo aperto e si passa a malapena a piedi. Ma se allarghiamo lo sguardo al resto della città non vediamo un propagarsi delle zone pedonali.
Tralasciando le polemiche e le critiche notiamo in ogni caso diverse azioni concentrate sul centro storico ma pochissime sulla periferia. I lavori citabili sono la pista ciclabile a San Giuseppe e il sottopasso di Sant’Angelo finalmente sistemato dopo che era stato costruito male tanto da essere spesso e volentieri inagibile e aver provocato forti disagi al traffico in tutta la zona. L’esempio più rappresentativo della perdita di interesse per la periferia è quello già citato di Santa Bona che richiede un ‘intervento per la pista ciclabile da anni ormai, ma i progetti sembrano ancora in alto mare.
Manildo ha vinto le elezioni nel 2013, il suo mandato dopo il ventennio leghista era diventato simbolo di aria fresca, novità e cambiamento. Forse in parte è stato così visto il Gay Pride, l’impegno culturale e la raccolta differenziata porta a porta. Però ora l’attuale sindaco si trova davanti ad altri due anni di mandato nei quali dovrà riacquistare la fiducia dei cittadini demotivati, per non dover affrontare nuovamente la Lega nel 2018 con il rischio di trovarsi davanti un rivale rafforzato dalle proprie mancanze.
Erika Marchi