“Oggi si chiude un capitolo che potrebbe cambiare la storia dello sport. Con 69 medaglie azzurre, di cui 26 di atleti veneti, finiscono le Paralimpiadi di Tokyo. Hanno sancito una realtà forte e bella e hanno inviato un messaggio potente: il mondo della disabilità è diventato il mondo di tutti noi, e guai a chi, da qui in avanti, lo dimenticherà”.
Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto, “celebra” la fine dei Giochi Paralimpici di Tokyo con lo spegnimento della fiaccola olimpica, che idealmente inizia il suo cammino verso la prossima edizione di Parigi.
“Già sogniamo, e ci stiamo già lavorando – dice il Governatore – l’edizione invernale di Milano-Cortina 2026, le Paralimpiadi invernali in terra veneta, le evoluzioni spettacolari e difficilissime sulla neve di questi uomini e donne capaci di andare aldilà di un ostacolo, la consacrazione universale, che solo pochi anni fa appariva impensabile. Grazie a tutti, con orgoglio e ammirazione: ci avete stupito, fatto divertire, gioire, sorprendere con prestazioni ed evoluzioni di enorme valenza tecnico-sportiva, oltre che umana. Troppa gente, anche in condizioni migliori di questi ragazzi, tende ad arrendersi alle avversità della vita. Loro hanno mandato un messaggio di vita da memorizzare per bene e non dimenticare più: non mollate, e tornerete vincenti, nella vita come nello sport, protagonisti insostituibili della società civile”.
“In tutto questo – continua il Presidente della Regione – si inserisce la piccola epopea dello sport paralimpico veneto, che ha portato a casa la bellezza di 26 medaglie su 69 italiane, con conferme attese come quella dell’invincibili Bebe Vio, ed esplosioni sportive come le sette medaglie del veronese Stefano Raimondi, le cinque (con record del mondo) del bibionese Antonio Fantin, il record della veterana Francesca Porcellato, sul podio all’undicesima partecipazione a una paralimpiade, le medaglie a raffica di Xenia Palazzo, Luigi Beggiato, Francesco Bettella, Michela Brunelli, Stefano Travisani. Grazie a tutti. Il Veneto e i veneti sono ammirati, orgogliosi. Non dimenticheremo mai il phatos che ha accompagnato le vostre imprese sui campi di gara”.
“26 medaglie venete, di cui 21 nel nuoto non sono però un caso – dice il Governatore – ma la dimostrazione che il movimento sportivo veneto è all’avanguardia nazionale nelle discipline paralimpiche, che può contare su un’organizzazione efficace, tanta passione, e tanta professionalità, perché dietro a ognuno di questi atleti ci sono uomini e donne che hanno costruito i successi lavorando dietro le quinte: preparatori atletici, tecnici delle singole discipline, terapisti e fisioterapisti, medici e psicologi. E prima di loro, mamme, papà, fratelli e sorelle, zii. In una parola, la famiglia, il fondamento della società veneta. Appuntamento a Parigi – conclude – mentre noi lavoriamo perché le Paralimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 siano indimenticabili”.