È stato condannato a 25 anni di reclusione Fabrizio Biscaro, il 38enne trevigiano finito a processo con l’accusa di aver ucciso a coltellate la 35enne Elisa Campeol mentre prendeva il sole sul greto del fiume Piave nell’estate del 2021. Il pm – che gli aveva contestato l’aggravante della premeditazione – aveva chiesto nei suoi confronti il massimo della pena, l’ergastolo. Ora la Corte dovrà decidere se andrà in carcere o o se resterà nella Rems in cui si trova a Verona.
Un omicidio brutale e senza movente, che venne risolto in breve tempo: dopo aver chiamato i carabinieri, il killer si presentò autonomamente alla caserma locale e lì, mostrando un orecchio che aveva reciso alla donna, con le mani ancora insanguinate e i vestiti sporchi, confessò di averla uccisa dopo essere stato colto da “una furia incontenibile”, un “raptus”.
I due non si conoscevano nemmeno. Biscaro – come avrebbe spiegato in seguito – l’aveva scelta a caso perché voleva far del male a qualcuno. Il giorno prima era uscito in anticipo dal lavoro, recandosi in un supermercato e acquistando un coltello. Dopo aver vagato per tutta la notte in auto, si era recato sull’Isola dei Morti, un posto che conosceva bene, e l’aveva colpita.
Un atto premeditato, secondo l’accusa, che al termine della sua requisitoria, nel processo che lo vede imputato a Treviso aveva chiesto di condannarlo all’ergastolo. I giudici alla fine gli hanno dato 25 anni. Il legale che lo difende, l’avvocato cassazionista Rosa Parenti, ha fatto però sapere che, una volta lette le motivazioni della sentenza (che saranno depositate entro 90 giorni a partire da oggi, 2 febbraio), presenterà ricorso in Appello.