L’arrivo della primavera è sempre salutato con gioia e con sollievo. Le temperature si alzano, il sole comincia a fare capolino, si comincia a godere di quelle belle giornate che preannunciano l’arrivo dell’estate. Purtroppo però, marzo, aprile e maggio non sono solo quello. Son anche i mesi in cui lo scatenarsi dei pollini nell’aria provoca allergie e disagi alla salute. I bambini, in particolar modo sono estremamente vulnerabili.
Ben quattro italiani su dieci soffrono di allergie primaverili scatenate dai pollini. I dati dell’Anifa (Associazione Nazionale dell’Industria Farmaceutica dell’automedicazione) illustrano un quadro davvero ampio di patologie allergiche e di agenti causanti: pollini, polvere, spore, muffe ma anche determinati tipi di cibo, alcuni materiali, acari e altri insetti. Circoscrivendo l’allergia solo ai pollini, minuscoli granellini che servono alle piante per riprodursi e che vengono trasportati tramite aria, acqua e insetti, questi interessano soprattutto l’apparato respiratorio e possono causare dai semplici raffreddori da fieno fino a veri e propri attacchi d’asma. Non solo congestioni nasali e lacrimazione degli occhi quindi, ma nei casi più estremi d’asma si può arrivare allo shock anafilattico e al rischio di morte. Non bisogna quindi sottovalutare il problema.
Esistono diversi sistemi per prevenire e affrontare le reazioni allergiche da polline. Tenere sotto controllo il calendario della fioritura è un primo passaggio: i principali allergeni sono i pollini delle graminacee, della parietaria, delle betullacee, delle oleacee e delle cupressacee. Conoscere le zone in cui si incontrano queste piante e in che periodo i pollini si diffondono nell’aria è già di per sé importante. Bisogna poi saper riconoscere i sintomi tipici: rinorrea acquosa, congestione nasale, bruciore e arrossamento delle congiuntive, lacrimazione, starnuti, prurito al palato, al naso e agli occhi, tosse secca spesso notturna, accompagnata da difficoltà di respiro e da asma bronchiale, riduzione dell’olfatto e del gusto, insonnia, stanchezza, irrequietezza. Riconoscerli è il primo passo per combatterli.
Moltissime sono le iniziative e anche le associazioni che si occupano di questo problema. Una di esse è l’Associazione Allergologi e Immunologi Territoriali ed Ospedalieri (A.A.I.T.O.) , che dal 2002 ha creato una vera e propria rete di monitoraggio dei pollini e delle spore fungine. Forte dell’adesione di ben 30 centri di campionamento in tutta Italia, tutti strettamente collegati a centri allergologici, l’associazione prosegue sulla strada della ricerca medica finalizzata alla prevenzione, alla diagnosi e alla terapia, ma anche a creare una vera e propria banca dati, un archivio di tutti gli allergeni potenzialmente nocivi alla salute.
La già citata Anifa ha fornito poi la sua ricetta, le sue regole per combattere al meglio il fenomeno: evitare di uscire, se possibile, durante le giornate secche e ventose, fare la doccia e lavare i capelli quotidianamente per eliminare i granuli pollinici che rimangono intrappolati, usare mascherine di sicurezza durante i lavori all’aperto, quando si viaggi in macchina o in treno evitare i finestini aperti, lavare spesso i pavimenti e ricordare che tappeti, tappezzerie e tendaggi sono luoghi in cui si depositano pollini e polveri difficili da rimuovere.
I bambini sono poi tra le categorie più colpite e bisognose di attenzioni in questo frangente. I dati forniti dall’Ospedale Psichiatrico Bambino Gesù parlano di almeno un milione di giovani sotto i diciotto anni affetti da asma. La struttura è un vero punto di riferimento nella cura e nelle diagnosi delle patologie allergiche (8000 bambini affetti da pollinosi ci vengono curati ogni anno) e si è occupata di creare una specie di decalogo da tenere presente nel periodo da marzo a luglio, dove il rischio allergie raggiunge il suo apice:
- evitare in primavera prati, campi coltivati e terreni incolti;
- evitare, se possibile, nel periodo critico di andare o vivere in campagna e le gite nelle ore mattutine, soprattutto nei giorni di sole con vento e clima secco;
- scegliere le ferie, preferibilmente nel periodo in cui sono più forti i disturbi, per recarsi al mare o in alta montagna;
- preferire per le passeggiate il sottobosco dove il polline è presente con più difficoltà;
- in auto, durante il periodo critico, accendere i sistemi di condizionamento dopo averne verificato la pulizia dei filtri;
- praticare sport preferibilmente in luoghi chiusi, palestre e piscine coperte;
- non tagliare l’erba del prato nel periodo di malessere e non sostare nelle vicinanze quando altri hanno tagliato l’erba;
- nel periodo critico evitare bicicletta e motorino;
- durante la stagione pollinica è consigliabile cambiare i vestiti al rientro a casa, fare lavaggi endonasali, doccia o sciacquare viso e capelli;
- evitare il contatto, durante il periodo critico, con il fumo di tabacco, polveri e pelo di animali.
Un modo altrettanto funzionale per difendersi dal male di stagione è quello dei vaccini. Lo ha spiegato Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia del Bambino Gesù: “Il vaccino è un sistema più che efficace per combattere le allergie. Per evitare il riaffacciarsi dei sintomi è necessario prevenire con farmaci che impediscano al polline respirato di infiammare le mucose. Le cure dovranno poi essere continuate per tutta la stagione di esposizione. Sapendo a cosa si è allergici è inoltre possibile pianificare i tempi della terapia ed è sempre consigliabile per i più piccoli svolgere i test di routine presso i centri allergologici”.
Marco Mattiazzo