In principio fu una villa seicentesca dedicata alla residenza estiva della nobile famiglia veneziana Biscaro. Quindi Ca’ Biscaro Zenobio Alverà. Una villa abitata nei secoli da famiglie veneziane e poi passata di mano. Ingegneri, facoltosi imprenditori, tanti furono i proprietari della fastosa villa con giardino. Negli anni Ottanta fu anche teatro di un omicidio. Un delitto per motivi di confini e di rumori. Alla fine degli anni Novanta venne ceduta a Fondazione Cassamarca e nei primi anni Duemila, dopo lungo e certosino restauro, costato ben 7 milioni di euro, venne riaperta al pubblico. Ma oggi l’intero complesso è in abbandono.

Nel 2002 Ca’ Zenobio venne utilizzata come sede della scuola di alta specializzazione e sperimentazione teatrale e musicale internazionale, e negli anni ha visto affiancarsi ai master l’attività didattica e di prova della Venice Baroque Orchestra, dei Sonatori della Gioiosa Marca e anche della scuola Suzuki. A Ca’ Zenobio ci transitarono cantanti lirici e maestri d’orchestra. Per questo erano state appositamente create le foresterie, appartamentini per studenti e docenti musicologi. Una villa, un centro culturale dedicato allo studio della musica classica in genere. Ma poi via via tutti i gruppi che si alternavano all’interno della villa vennero fatti uscire. I conti della gestione della villa di Fondazione Cassamarca non tornavano, i fondi della stessa Fondazione mano a mano venivano a mancare. Sino al ridimensionamento dei progetti più estemporanei ed estranei alla natura local dell’istituto come il campus per cinesi e le nanotech a Ca’ Tron.

E da qualche anno è iniziato l’abbandono. Il civico 126 di via Santa Bona Nuova è nel degrado totale. Erbacce, piccioni, sporcizia, le porte della storica dimora sono irrimediabilmente chiuse. Anche nei giorni in cui non potrebbero esserlo. Villa Ca’ Zenobio rientra nella lista degli immobili veneti che negli anni hanno goduto di un contributo dello Stato per le opere di restauro. Soldi pubblici che il governo ha elargito a vantaggio dei proprietari privati partecipando alle spese di riqualificazione imponendo un unico vincolo: rendere fruibile l’edificio al pubblico. Come, veniva deciso da un accordo tra le parti, con il benestare degli uffici governativi. Per Ca’ Zenobio l’accordo prevede che la villa sia visitabile «senza prenotazione» ogni lunedì e martedì non festivi, dalle 10 alle 12.30. E fino all’anno 2036. La Villa è vuota da ormai due anni. E non c’è più nemmeno il custode. Villa e barchessa riportano i segni del tempo. Fuori dal cancello immondizia e sporco. Ed ora i residenti di Santa Bona chiedono che Fondazione e Comune di Treviso intervengano. La villa deve tornare ad essere fruibile.