La Giunta regionale del Veneto ha approvato, su proposta dell’assessore alla caccia Giuseppe Pan,  il calendario venatorio 2019-2020. La stagione aprirà il 15 settembre 2019 e si chiuderà il 30 gennaio 2020, ma con periodi di caccia diversificati a seconda delle specie.

Il calendario prevede alcune giornate di preapertura (1, 2, 3, 9 e 10 settembre) per le specie merlo, ghiandaia, gazza, cornacchia nera e cornacchia grigia. Rispetto al calendario venatorio delle precedenti stagioni, ritorna la caccia al colombaccio nelle due giornate di preapertura dell’1 e 2 settembre, anche in considerazione del buono stato della popolazione nel territorio regionale.

Confermata la caccia alla tortora  anche nella prossima stagione venatoria in Veneto, nelle prime due giornate di preapertura, nonostante il piano di gestione nazionale proponga di sospenderne il prelievo nelle preaperture, e poi dal 15 al 30 settembre con il limite  di carniere giornaliero a 5 capi e quello stagionale a 20 per cacciatore, così come indica l’Ispra (l’istituto superiore per la protezione della fauna selvatica).

Il calendario 2019-2020 conferma, inoltre, limiti temporali per la caccia al combattente (dal 2 al 31 ottobre), per la starna, il fagiano, la quaglia e il coniglio selvatico (cacciabili fino al 30 dicembre), per l’allodola (dal 2 ottobre al 30 dicembre), per il merlo (dal 15 settembre al 15 dicembre), per la beccaccia e il tordo bottaccio, cacciabili fino al 20 gennaio. Anche per ghiandaie, gazze, cornacchie nere e cornacchie grigie la stagione di prelievo si chiude anticipatamente al 12 gennaio – come nel precedente calendario venatorio- ma restano confermate le giornate di posticipo l’1, il 2, il 3, il 5, il 6, l’8 e il 9 febbraio 2020.

Chiusura anticipata anche per la moretta (dal 2 ottobre al 20 gennaio), mentre per lepri bianche, pernici bianche, fagiano di monte e coturnice si conferma la possibilità di prelievi numerici limitati dal 2 ottobre al 30 novembre, sulla base di piani determinati da censimenti specifici.

“Anche quest’anno – sottolinea l’assessore – il lungo e approfondito lavoro istruttorio, che ha coinvolto Regione, Province e Ispra, ha prodotto un calendario equilibrato, rispettoso dell’ambiente, delle normative europee e nazionali, della consistenza numerica delle diverse specie e del diritto dei cacciatori ad esercitare la loro passione”.

Il provvedimento indica, come ogni anno, il limite quantitativo dei carnieri, le giornate di caccia (tre giorni la settimana a scelta del cacciatore, esclusi martedì e venerdì), gli orari di caccia, norme specifiche per le aziende faunistico-venatorio e per quelle agri-turistico-venatorie, regole per l’addestramento e l’allenamento dei cani da caccia, limitazioni nelle zone di protezione speciale (ZPS).

“Per quanto riguarda la selvaggina stanziale – sottolinea l’assessore – l’amministrazione regionale ripropone un calendario unico a livello regionale, senza differenziazioni tra Province e tra ambiti territoriali di caccia. Questa scelta consente di semplificare e razionalizzare l’attività venatoria nel territorio regionale”.

La caccia agli ungulati (daino, camoscio alpino, capriolo, cervo, muflone) è autorizzata e regolamentata dalle Province il cui territorio ricade in tutto o in parte nella Zona faunistica delle Alpi. Negli altri territori non compresi nella zona faunistica delle Alpi, è consentito solo il prelievo selettivo, basato su piani di abbattimento qualitativo e quantitativo autorizzati e regolamentati dalle Province.