Rincari sulle bollette (immagine d'archivio)
Rincari sulle bollette (immagine d'archivio)

Un salone di acconciatura che a settembre 2021 pagava bollette per 800 euro mensili, a gennaio 2022 è arrivato a pagarne 2.000 euro. Una piccola impresa meccanica ha visto i costi passare da 4.560 euro a 11.000 euro. Un’impresa del settore alimentare da 1.600 euro a 3.500 euro. Sono tre esempi di imprese artigiane trevigiane che stanno combattendo quotidianamente di fronte al grave rincaro dei costi dell’energia, che negli ultimi mesi sono schizzati a livelli ormai insostenibili. 

Dalla scarsità di scorte, alle forniture provenienti dalla Russia, alla riduzione della produzione nazionale di gas, le cause sono molteplici. Il Governo è intervenuto nelle scorse settimane con alcune misure ad hoc, in particolare impegnando 1,7 miliardi per annullare, per il primo trimestre 2022, le aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 Kw. Ma questo, nell’attuale congiuntura, non basta. Ecco perché CNA mette anche in campo soluzioni come i gruppi di acquisto di energia elettrica (Consorzio APE), che consentono di accedere a risparmi consistenti sulle tariffe grazie alla forza aggregativa delle tante imprese aderenti.

«Il caro-energia rischia di causare una brusca frenata della ripresa economica – afferma Mattia Panazzolo, direttore di CNA territoriale di Treviso -. Le piccole imprese stanno vedendo i margini di guadagno sempre più ridotti e la loro fiducia è in calo. Per molte di loro il rischio è di arrivare alla sospensione dell’attività. Il Governo ha dimostrato di muoversi nella giusta direzione, ma i provvedimenti presi sono solo un piccolo segnale, servono soluzioni efficaci e strutturali. Innanzitutto chiediamo di avviare un tavolo con tutte le componenti del sistema produttivo perché se non si coinvolgono le piccole imprese le soluzioni sono destinate ad essere insufficienti e parziali. Ma serve anche una politica energetica comune a livello di Unione Europea».

La situazione più critica riguarda proprio le piccole imprese e le imprese artigiane, che subiscono una distribuzione iniqua del sistema degli oneri generali, a cui contribuiscono per il 49% (circa 4,7 miliardi di euro) e con i quali finanziano anche, paradossalmente, le agevolazioni per le aziende energivore alle quali non accedono. Un problema che CNA denuncia da tempo, e che nell’attuale contingenza sta compromettendo quotidianamente l’operatività delle piccole imprese. La distribuzione sperequata aggrava i “normali” costi energetici di un ulteriore 35%, mettendo le Pmi ai margini di un mercato in cui le imprese industriali hanno il vantaggio competitivo di pagare l’energia quattro volte di meno. Rispetto al primo trimestre del 2021 le piccole imprese pagano l’energia elettrica il 75,6% in più ed il gas addirittura il 133,5% in più rispetto alle grandi imprese che ricevono forniture su misura (dati Eurostat).

Costi dell’energia: alcuni dati

Secondo i dati riportati dal Consorzio Ape di CNA, per quanto riguarda l’energia elettrica la media dei prezzi dal primo semestre al secondo semestre del 2021 mostra un aumento pari al triplo: da 0,0669 euro a KW a 0,1830 euro a KW, con una differenza del 500% rispetto al prezzo minimo e al prezzo massimo tra i due semestri (da 0,0565 euro/KW a 0,2812 euro/KW). E per il gas naturale la situazione non è certo migliore: valore triplicato tra primo e secondo semestre 2021 (da una media prezzi di 0,2095 a metro cubo, a 0,6520 euro a metro cubo); dal 2020 al 2021 il prezzo del gas naturale è quadruplicato (da 0,1005 euro per mc a 0,4147 per mc) con una differenza tra prezzo minimo 2020 e prezzo minimo 2021 pari al 2.000%.

L’impennata delle bollette riguarda l’intero sistema produttivo, non solo le imprese energivore, ma anche e soprattutto le micro e piccole imprese che sopportano la maggior parte degli oneri generali di sistema. I settori sui quali questa situazione è particolarmente importante sono il settore meccanico, la filiera del comparto casa, la filiera agroalimentare, l’artigianato artistico con in particolare le vetrerie veneziane e i laboratori di ceramica tutte imprese particolarmente energivore.

Il consorzio APE: mettersi insieme per abbassare i prezzi

Una soluzione per abbassare il corso dell’energia è acquistarla insieme. Da molti anni la CNA assiste le aziende associate attraverso il consorzio APE-Imprese per l’energia che garantisce supporto amministrativo e acquisto comune al minor prezzo disponibile sul mercato, ma offre anche protezione di fronte al rischio di possibili truffe.

Grazie ad APE si può arrivare a risparmiare circa il 30% sul costo dell’energia.