Una recente protesta in Bielorussia

Una lettera appello rivolta alle associazioni, ai cittadini e agli enti che hanno operato nelle attività di accoglienza dei bambini Bielorussi e Ucraini, colpiti dall’esplosione nucleare del 1986. Una lettera che invita a mobilitarsi per il rispetto delle libertà e la democrazia  in questi due Paesi, invitando le famiglie e le associazioni ad esprimere, congiuntamente, la  preoccupazione e vicinanza a tutti coloro che stanno dimostrando, pacificamente, per l’avvio di una transizione democratica chiedendo, contemporaneamente, un impegno più forte alle istituzioni italiane ed europee. La missiva è firmata dall’associazione “Chernobyl Ceggia 1997”.

Ve la riportiamo qui di seguito integralmente.

Chernobyl: salute e libertà

Accadde nel 1986, una grande nube radioattiva si distese sull’Europa. Proveniva dalla centrale nucleare di Chernobyl che, a seguito di un guasto, esplose e bruciò per settimane spargendo veleni in tutto il continente. Centinaia furono i morti immediati, tutt’ora imprecisato quanti morirono successivamente e quanti furono i contaminati. Sicuramente si conoscono le aree evacuate, le centinaia di migliaia di persone obbligate a migrare, i
livelli di inquinamento raggiunti dalle aree situate in Ucraina e, soprattutto, in Bielorussia.
A sostegno delle popolazioni colpite si attivarono da subito gli aiuti internazionali e, negli anni seguenti, i cittadini le associazioni di molti paesi europei.

L’Italia fu tra questi e fu nel 1997 che, insieme con altri cittadini ed il sostegno
dell’Amministrazione Comunale, fondammo l’Associazione Chernobyl-Ceggia avente come scopo offrire l’opportunità alle bambine/i bielorussi di vivere un periodo di “sanificazione” fuori dalle aree contaminate dal disastro nucleare. Sono stati dieci anni di accoglienze comunitarie che avevano come cuore del progetto l’inserimento per due mesi nella scuola elementare, si chiamava così allora, di una classe di studenti bielorussi allo scopo di favorire interazione con gli studenti del paese sviluppando la conoscenza, reciproca,
delle tradizioni culturali e della realtà sociale.

Un’esperienza che ha formato decine di studenti ciliensi e bielorussi, accrescendo l’esperienza formativa di molti insegnanti. Durante gli anni dell’accoglienza sono stati prodotti due libri, video, mostre e molto altro ma, questa esperienza ha consegnato ai ragazzi ospiti anche la visione di un mondo democratico, ha seminato coscienza di libertà e di diritti. Molti di questi ragazze/i sono rimasti in contatto con le famiglie oppure, una volta adulti, hanno ripreso i contatti coloro che li ospitarono che condivisero ideali di accoglienza, ospitalità e libertà. Dopo 10 anni di accoglienze l’Associazione sviluppò progetti mirati a sostenere istituti e minori vittime degli effetti della radioattività cessando le proprie attività nel 2014.

Raccontiamo la nostra, piccola, esperienza per ricordare quanto fu fatto, a livello Regionale e Nazionale, da decine/centinaia, di piccole Associazioni, che riunivano migliaia di famiglie italiane, affiancate in alcuni casi da Enti e Associazioni operative a livello nazionale che, annualmente, agivano per offrire ai ragazzi bielorussi e ucraini un periodo di benefici sanitari, sia con l’ospitalità sia con veri e propri progetti di risanamento. Questi ragazze/i, bielorussi e ucraini, hanno avuto la possibilità di conoscere un paese ospitale e attento alla solidarietà. Conoscevano direttamente quello che poteva essere modello per chi usciva
dalla dittatura e per chi ancora non riusciva a liberarsene. Ora quei ragazzi sono adulti e vivono in paesi dove la libertà è ancora difficile a causa del nazionalismo, Ucraina, o dove non c’è, Bielorussia. Queste piazze bielorusse piene di giovani donne e uomini che gridano la loro volontà di libertà potrebbero essere gli stessi che, da bambini, partivano per l’Italia o altri paesi europei per “sanificare” i loro corpi, gli organismi, avvelenati dalla radioattività.
Abbiamo dato loro la possibilità di crescere più sani e portare con loro il senso della libertà.
La libertà che ora reclamano ad alta voce nelle piazze. Queste donne, questi uomini, devono sapere che possono contare anche su di noi! Noi che li abbiamo accolti e sostenuti nel cammino di crescita, noi non possiamo abbandonarli! Crediamo sia necessario che anche noi si diventi l’eco delle loro voci, delle loro istanze, del bisogno di democrazia.

Rivolgiamo Un appello alle associazioni che hanno operato per anni nelle accoglienze, uniamo le nostre voci a quelle di questa generazione che lotta, sosteniamoli, continuando un percorso già iniziato.

Vi invitiamo a scrivere alla seguente email chernobylaccoglienza@gmail.com per avviare il
coordinamento per avviare momenti di condivisione al fine di sostenere iniziative, concrete, a sostegno di una transizione pacifica e democratica per il cambiamento in bielorussia, per chiedere al Governo Italiano e alla Comunità Europea continuità di azioni, forti e concrete, che portino ad una transizione pacifica e democratica.

Soci Fondatori dell’Associazione “Chernobyl Ceggia 1997”
Billotto Maurizio
Botter Maurizio
Doretto Mariangela
Moro Andrea
Vignotto Renza