La raccolta, prevista dal 20 maggio, partirà dunque con un segno negativo, dato che le perdite si prefigurano consistenti. “Avremmo dovuto iniziare qualche giorno prima grazie all’inverno mite, che ha portato ad una fioritura precoce – spiega Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Veneto-.

Invece le piogge e le bagnature prolungate, aggravate dal freddo anomalo per la stagione, ha causato il fenomeno del cracking in moltissimi frutti. Per ora le varietà tardive si salvano, essendo arretrata la fase di maturazione, ma bisogna sperare che il tempo di sistemi e si comincino a vedere giornate calde e soleggiate. Se, invece, dovesse continuare  a piovere, andremmo incontro allo stesso problema anche per queste varietà”.

Ciliegie: il timore

Il timore, in caso di arrivo di nuove perturbazioni, è anche per il possibile proliferare della Drosophila Suzuki, insetto originario del Sud-Est asiatico che da alcuni anni causa vere e proprie stragi nei frutteti. “Il moscerino ama l’umidità e proprio per questo si è diffuso rapidamente nella pianura padana – dice Aldegheri -. Attualmente danni da Drosophila non se ne vedono, ma occorre prestare molta attenzione, perché l’insetto depone le uova proprio dentro ai frutti crepati. Le buone pratiche indicherebbero, perciò, di raccogliere la frutta anche se non è commerciabile, ma i costi riguardanti quella delle ciliegie sono talmente alti da indurre i frutticoltori a lasciare i frutti invendibili sugli alberi”.

Anche la scorsa annata non fu fortunata, contrariamente al 2022, quando il maggio fu caldo e secco, tanto che gli agricoltori dovettero irrigare in anticipo sui tempi. “La coltivazione delle ciliegie è da sempre molto impegnativa, in quando soggetta alla variabile meteo – sottolinea la presidente di settore -. I frutticoltori veronesi tendono proprio per questo a diversificare le varietà, in modo da salvaguardare almeno in parte la produzione. Altri si cautelano con le coperture antipioggia, che però hanno costi esorbitanti e non sono, comunque, risolutive al cento per cento, in quanto le ciliegie non temono solo la pioggia, ma anche la semplice umidità”.

Il meteo

Alla luce delle problematiche riscontrate negli ultimi anni, tra meteo avverso e attacco degli insetti, anche nel 2023 le coltivazioni a ciliegio in Veneto hanno perso terreno, scendendo a 1.747 ettari (-8,1% rispetto al 2022). La maggior parte degli impianti si concentra nel Veronese (1.328 ettari, -9,5%), davanti a Vicenza (241 ettari, -5,1%) e Treviso (117 ettari, .6,4%). L’anno scorso la produzione di ciliegie è stata stimata in 10.747 tonnellate, con una diminuzione del 13% rispetto al 2022 (dati di Veneto Agricoltura).