Sono “nate” a Porto Marghera, ma serviranno il porto di Trieste. Due gru di 97 metri di altezza e 73 metri di braccio sono state assemblate nell’area ex intermodale di Porto Marghera, e nella giornata di oggi saranno caricate a bordo di una chiatta per raggiungere il porto triestino, in due trasferimenti, dove andranno a servire il Tmt – molo VII di Trieste.
Esprime gioia per il traguardo il presidente di VPC (Venice port community) Davide Calderan: “Si dimostra ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, la centralità del porto di Venezia nel bacino di utenza dell’Adriatico. Con le nostre capacità e specificità siamo in grado di attrarre aziende che vengono dall’esterno per operare qui da noi. Porto Marghera, con il suo saper fare, si dimostra anche oggi fondamentale per l’economia del mare di tutto l’Adriatico. Opere complesse, come queste, vanno a servire Trieste, Capodistria, ma anche Ravenna. Per noi non può che essere un motivo di orgoglio e di attestazione delle nostre capacità a livello internazionale”.
L’opera è stata frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto la comunità portuale e le istituzioni che gravitano attorno al mondo del porto, ma non solo.
L’assemblaggio è stato effettuato dalla Tm Srl di Brescia, di proprietà della famiglia De Giacomi. “Tali gru sono denominate “Ship to shore”, cioè caricano e scaricano i container dalle navi. Ci sono voluti quattro mesi per assemblare i vari componenti, che sono giunti a Venezia il 20 novembre scorso”, spiega l’amministratore delegato Ferdinand De Giacomi.
Lo stesso rappresentante della Tm aggiunge: “Abbiamo scelto Porto Marghera perché è una realtà particolare, un punto di riferimento per tutto il Nord Adriatico. Da qui infatti è possibile effettuare questo tipo di lavoro direttamente nel porto, infatti non è la prima volta che effettuiamo questi servizi. Già nel 2022 abbiamo assemblato due gru simili che sono andate a servire il porto di Capodistria, invece queste finiranno a Trieste”.
Da ultimo, Ferdinand De Giacomi conclude evidenziando che: “Per noi è un orgoglio, un piacere operare a Marghera, da qui si possono fare gru che vadano a servire il Nord Adriatico, Trieste, Ravenna e Capodistria. Venezia è un hub importante. Inoltre, per la costruzione di alcune parti ci affidiamo ad aziende locali, come per i servizi a bordo, una bella referenza. Nel periodo in cui il nostro personale lavora a Marghera, in questo caso una trentina di lavoratori, affittiamo appartamenti a Mestre che hanno in uso al fine di restare vicino al cantiere di lavoro”.
A contribuire alla riuscita delle operazioni è anche l’ingegnere, veneziano, che ha seguito i lavori, Nicola Ferrari: “Si è trattata sicuramente di un’operazione complessa, rendere compatibili i pesi di quasi duemila tonnellate e le banchine non è stato semplice. Ma da veneziani, conoscendo maree, strutture e variabili che sussistono nel territorio, per la terza volta siamo riusciti a portare a casa il risultato in sicurezza e senza inghippi”.
Da ultimo, Calderan evidenzia anche un altro fattore: “Che aziende come Tm portino qui manodopera che resta in città per mesi contribuisce alla rigenerazione di quel tessuto economico, sociale e culturale che non possiamo disperdere. E per queste aziende, sapere che la comunità portuale è in grado di sostenere tali richieste è una sorta di garanzia di successo. Venezia è da sempre crocevia di culture, così come allora, ecco che il porto continua a contribuire portando linfa vitale in città”.