E’ ripresa a pieno ritmo nel fine settimana la consegna a domicilio dei pasti a kmzero. E’ quanto emerge da un sondaggio di Coldiretti Veneto che in base ai dati degli operatori agrituristici di Terranostra coinvolti nel servizio registra il successo del food delivery durante il week end. Quattro famiglie venete su dieci hanno ordinato al telefono oppure on line il menù preparato dai cuochi contadini di Campagna Amica – commenta Coldiretti Veneto. A  far scattare il boom di richieste non solo il Dpcm che impone la chiusura degli esercizi dalle ore 18.00, soprattutto la voglia di ricette della tradizione con ingredienti di qualità stagionali da condividere con gli amici in un contesto di sicurezza tra le mura domestiche.

“Il ricorso al take away e al pasto porta a porta – spiega Diego Scaramuzza presidente regionale di Terranostra – è decollato durante il lock down grazie all’impegno di centinaia di produttori disponibili anche a portare la spesa direttamente a casa. Sulla stessa scia da segnalare le tante occasioni di forme di collaborazione con gli enti di beneficenza per le forme di solidarietà rivolte a garantire la sana alimentazione anche ai bisognosi.  L’offerta degli agriturismi veneti è continuata con la possibilità di portare tipicità nelle mense delle fabbriche dove operai e dipendenti hanno potuto godere della bontà dei pranzi preparati dagli agrichef.  Tutte le realtà agrituristiche sono pronte per accogliere clienti e lavoratori anche a mezzogiorno – sottolinea Scaramuzza – le strutture, spesso localizzate nelle aree marginali, in aperta campagna dispongono di ampi spazi e consentono agli ospiti di rispettare le precauzioni e le regole della distanza”.

Tutte queste esperienze innovative hanno incoraggiato Coldiretti a chiedere alla Regione Veneto la rivisitazione dei pilastri legislativi che dovranno essere ripresi durante la nuova legislatura come la legge regionale per il consumo della produzione agroalimentare di origine regionale per guidare la predisposizione degli appalti pubblici a favore della ristorazione collettiva, quella agrituristica che non può non tener conto di quanto sperimentato durante il Covid 19 con il potenziamento del varie proposte di cibo porta a porta, una rinnovata e maggiore attenzione ai mancati redditi degli agriturismi che per effetto delle nuove disposizioni dovranno chiudere per l’ora di cena e l’aggiornamento della normativa dell’agricoltura sociale per riconoscere i parametri sanitari delle fattorie che offrono servizi ed assistenza alle fasce deboli, l’adeguamento della norma per arginare la povertà che nella fase3 post pandemia sta coinvolgendo il 30% della popolazione. La condivisione di queste iniziative  è nell’interesse di tutti – conclude Coldiretti Veneto-  non di una parte ma dell’intera comunità,  per costruire un “bene comune”.