Bietole
Bietole

Non è semplice per i coltivatori veneziani di bietole prendere atto che la campagna di quest’anno è stata davvero un disastro.

Sono circa 3500 gli ettari dedicati a questa coltura nel veneziano, in particolare situati nel veneto orientale e nel cavarzerano.

“Semino bietole da 40 anni, gli esiti della semina non sono mai stati nefasti come quelli del 2024 “– afferma Andrea Pegoraro presidente di Coldiretti Portogruaro ma anche membro del consiglio di Coprob, società cooperativa che opera nel settore bieticolo saccarifero che ha il suo fulcro nello storico zuccherificio di Pontelongo, unica filiera corta che produce zucchero 100% italiano. I motivi sono sempre da imputare all’andamento climatico, infatti a causa delle continue piogge la semina è stata fatta in ritardo e la coltivazione e successiva crescita della pianta inficiata dalla pioggia che non ha lasciato scampo fino a luglio. I mesi estivi di contro sono stati torridi tanto che le piante esposte al sole sono state “incendiate” dalle temperature elevate. Il risultato è stato per questo, impietoso. “La raccolta è stata letteralmente dimezzata – spiega Pegoraro- ma non è il solo problema, infatti le bietole raccolte hanno un grado di polarizzazione molto basso che non avrà risultati buoni per la trasformazione in zucchero”.

“Anche in questa circostanza ci rendiamo conto che non possiamo più rimanere inermi di fronte alle conseguenze di un clima sempre più tropicalizzato– dichiara Pegoraro- dobbiamo lavorare velocemente sulla ricerca, per trovare delle varietà resistenti, guidando e consigliando gli agricoltori nel momento della semina”.

Le aspettative iniziali

Dopo anni di contrazione, il 2024 rappresentava un anno ricco di aspettative tanto che nei primi mesi dell’anno si era registrato un aumento della superficie coltivata a barbabietola da zucchero con un incremento +23%. Secondo i dati di Italia Zuccheri, emergeva che gli ettari seminati a barbabietola a inizio 2024 erano 8.316 rispetto ai 6.784 dell’anno scorso.

“Nonostante l’aumento di superficie dedicata a barbabietola, a fatica raggiungeremo il quantitativo raccolto lo scorso anno – puntualizza Pegoraro- un brutto colpo per il comparto specie perché di fronte al cambiamento climatico si considerava la barbabietola una coltura resistente meglio di altre a prolungati periodi di siccità. Ma non avevamo fatto i conti con le temperature straordinarie di Luglio ed Agosto”.