L'effetto della siccità su un campo di barbabietole
L'effetto della siccità su un campo di barbabietole

Gli agricoltori del veneziano si trovano ad affrontare la crisi di siccità peggiore di sempre.

I campi sono allo stremo, necessitano di acqua, quell’acqua che scarseggia anche nelle riserve e le previsioni per i prossimi dieci giorni sono di un clima tropicale con temperature vicine ai 40 gradi.

Molti agricoltori rinunciano a trapiantare le piantine che dovrebbero produrre le colture autunnali “nonostante le irrigazioni notturne il terreno è troppo arido e le piantine non resistono al calore cocente di questi giorni, muoiono completamente seccate” racconta Davide Montino presidente di Agrimercato venezia, l’associazione che coordina i mercati agricoli di Coldiretti. “Molti agricoltori mancano dai mercati perché sono costretti a rimanere in campagna a bagnare le colture, tuttavia non sembra essere sufficiente mi chiedo quali produzioni resisteranno e arriveranno nelle nostre tavole in autunno, la situazione è davvero pesante e preoccupante” continua Montino.

“C’è un pullulare di insetti che rischiano di far ammalare le piante, questo caldo unito alla siccità rappresentano il clima perfetto per la sopravvivenza di cicaline e insetti dannosi per le colture ” puntualizza Andrea Pegoraro presidente di Coldiretti Portogruaro.

Soffrono tutte le produzioni dalla frutta al mais, dal latte alle cozze e alle vongole: si registrano già cali importanti per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle, meno 15% frutta ustionata da temperature di 40 gradi, meno 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel laguna veneziana e nel delta del Pò, dove – evidenzia la Coldiretti – si allargano le zone di “acqua morta”, assalti di insetti e cavallette con decine di migliaia di ettari devastati. Questo accade nelle nostre zone ma la situazione non migliora nelle altre regioni d’Italia.
Siamo di fronte – spiega la Coldiretti – a un impatto devastante sulle produzioni con danni a livello nazionale che superano i 3 miliardi di euro. Il risultato è che – sottolinea la Coldiretti – più di 1 impresa agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione.

Il gasolio è alle stelle con un rincaro pari a +129%, ma non solo:  pesano i rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, attrezzi e macchinari: si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi a cui si aggiungono oltre il 30% per il vetro, del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.

 Vi è dunque la necessità di stipulare accordi di filiera per aiutare le aziende contro i drammatici effetti dei cambiamenti climatici e delle tempeste sui mercati internazionali causate dalla guerra in Ucraina. Secondo la Coldiretti è di fatto in grave rischio per la siccità quasi la metà (46%) degli agricoltori italiani per un totale di 332mila imprese con la probabile estensione dello stato di emergenza per la siccità ad altre quattro regioni (Lazio, Umbria, Liguria e Toscana) annunciata dal Ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli dopo che il consiglio dei ministri lo aveva già deliberato per Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.

“Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore anche combattendo le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “la necessità di risorse per sostenere il settore in un momento in cui si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare”.