Bisogna investire di più, sia culturalmente sia con finanziamenti e agevolazioni nel rinnovamento del patrimonio edilizio e nel suo efficentamento energetico. I pesanti dati sull’inquinamento da Pm10, che quest’anno supererà in numero di giorni di sforamento il picco raggiunto nel 2019 ne sono la conferma; la maggior parte dell’edificato sul territorio metropolitano è ancora troppo energivora, e quindi inquinante”. A dirlo è il presidente della Confartigianato Metropolitana di Venezia Siro Martin, che davanti i numeri certificati dall’Arpav propone un patto tra sindaci dell’area metropolitani per modernizzare non solo il residenziale, ma soprattutto i patrimoni immobiliari in capo alle pubbliche amministrazioni, che dal punto di vista energivoro e della sostenibilità ambientale sono messi peggio.

“Secondo i dati dell’Enea riguardo il Piano d’Azione Nazionale per l’Efficienza Energetica e dalla Strategia Energetica Nazionale – prosegue Martin – se l’edificato residenziale ha raggiunto i targhet di rinnovamento previsti nel 2019, il terziario, pubblica amministrazione compresa, è a meno di un terzo dal target. Non va bene, perché, sempre stando ai dati Enea, il patrimonio edile generale è responsabile di circa il 40% dei consumi complessivi di energia e del 36% delle emissioni inquinanti”. Oltre alle abitazioni private, quindi, per Martin bisognerebbe incentivare, ulteriormente e in modo significativo, le ottimizzazioni energetiche anche nell’immenso patrimonio immobiliare destinato al terziario e quello delle pubbliche amministrazioni, attraverso le diagnosi energetiche e la realizzazione degli interventi necessari per l’efficentamento degli edifici, per abbattere così l’inquinamento ma anche il costo della bolletta energetica complessiva delle amministrazioni e, a sua volta, “Utilizzare il risparmio generato da una bolletta energetica più leggera per aiutare tutta l’economia delle micro piccole e medie imprese del territorio in chiave post Covid”. Il ragionamento è semplice e lineare;

“L’edilizia è da sempre un settore trainante che qui in provincia da’ lavoro a oltre 5mila imprese e a più di 11mila 500 addetti. Se non si riattiva questo volano, una grandissima fetta della nostra economia non ripartirà. Nell’ambito dell’edilizia e dell’efficentamento energetico c’è ancora moltissimo da fare. Un edificio dispersivo richiede più energia e quindi più lavoro delle caldaie, con maggior produzione anche di Pm10. E in provincia di Venezia, costruiti da prima del 1945 fino al 1990, quando non esistevano norme sul risparmio energetico in edilizia, gli edifici esistenti sono 134.684”. Per questo, secondo Martin, occorre investire nel rinnovamento del patrimonio edilizio, e agevolare questo percorso, in modo da attivare un meccanismo virtuoso che agli investimenti fa seguire il risparmio e quindi una maggiore disponibilità di risorse a bilancio per aiutare l’intera economia metropolitana. Da qui l’appello alle amministrazioni di tutta la provincia a fare squadra e pianificare “Una più ampia strategia possibile d’ interventi volta all’abbattimento dei consumi energetici e una maggior sostenibilità ambientale, che nella sua realizzazione, oltre ai risultati finali, darebbe benefici in tutte le sue fasi, riattivando un settore strategico e a filiera lunga come quello dell’edilizia”.