Si chiama congedo mestruale: negli ultimi mesi si è tornati a parlarne dopo che la Spagna ha proposto di introdurre tre giorni al mese di permesso per chiunque abbia forti dolori causati dal ciclo (e accertati dal medico).

Che siano le aziende a prevederlo autonomamente o che se ne discuta in Parlamento, il dibattito è resta aperto.

Congedo mestruale: la testimonianza della startup francese Louis

A partire dallo scorso marzo la startup francese Louis (che progetta e produce mobili per uffici) ha previsto un giorno al mese di ferie aggiuntive per chi soffre di mestruazioni particolarmente dolorose.

“Il nostro team è molto impegnato nell’uguaglianza di genere”, ha dichiarato Thomas Devinaux, co-fondatore di Louis, “e questo provvedimento vuole essere un guadagno per la cultura aziendale”.

Nel concreto, le 7 dipendenti della startup di Tolosa si sono organizzate con una tabella di monitoraggio, in cui indicare il periodo in cui si aspettano le mestruazioni. “L’obiettivo è anticipare le assenze, garantendo una soluzione di comodità e continuità”, spiega Devinaux, “ed è anche un guadagno in termini di previsione per la produzione, perché possiamo inserire una persona in più se un giorno una dipendente non può garantire la sua giornata lavorativa”.

Gli altri esempi in Europa

Girona è stata la prima città in Spagna a prendere in considerazione una politica di congedo mestruale, anche se a livello globale diverse aziende hanno deciso di introdurlo nella loro policy interna (come Zomato, una delle più grandi società di consegna di cibo in India oppure l’azienda britannica Coexist).

E in Italia? Nel 2016 le deputate Mura, Sbrollini, Iacono e Rubinato avevano presentato un disegno di legge sul tema che prevedeva tre giorni al mese di congedo mestruale in caso di mestruazioni dolorose certificate da medico specialista. Il testo sottolineava che “dal 60 al 90% delle donne soffre durante il ciclo mestruale e questo causa tassi dal 13% al 51% di assenteismo a scuola e dal 5% al 15% di assenteismo nel lavoro”. La proposta, tuttavia, non ha avuto seguito e sul tema ci sono ancora pareri contrastanti.