Coronavirus, CNA: «Centri estetici e saloni di acconciatura, i sindaci non diano indicazioni difformi dal decreto»

«Estetiste e acconciatori non sono imprenditori di serie B. Se il Governo dice che al momento possono rimanere aperti dopo aver adottato tutte le precauzioni del caso, chiediamo ai sindaci di non dare indicazioni difformi da quelle ministeriali».

Lo afferma Enrico Foffani, responsabile sindacale di CNA territoriale di Treviso, prendendo come riferimento il chiarimento nel merito che ha dato il Governo e che è stato pubblicato sul sito www.governo.it, dove si legge: “Centri estetici, parrucchieri e barbieri possono continuare a svolgere la loro attività? Sì, ma solo su prenotazione degli appuntamenti e comunque garantendo la turnazione dei clienti con un rapporto uno a uno, così da evitare il contatto ravvicinato e la presenza nel locale di clienti in attesa. Il personale dovrà indossare idonei dispositivi di protezione individuale (guanti e mascherina)”.

Prese le precauzioni del caso, dunque, parrucchieri, barbieri, estetiste devono poter operare senza divieti, fino a che non ci siano indicazioni contrarie da parte del Governo.

«I sindaci sono stati lasciati per giorni senza risposte ai loro quesiti e pertanto comprendiamo che, avendo loro la responsabilità della sicurezza anche sanitaria dei propri cittadini, alcuni abbiano dato indicazioni in difformità con il decreto – continua Foffani -. Ora però la situazione va corretta. I servizi di cura che estetiste e acconciatori offrono alla popolazione devono essere considerati essenziali perché concorrono alla pulizia e all’igiene della persona. Non è un caso se le loro sono considerate professioni pre-sanitarie».

Questa è la posizione della CNA, ribadita anche nei giorni precedenti. Fin da subito l’Associazione di categoria ha dato indicazione ai propri associati del comparto “Sanità e Benessere”, e a quanti chiamavano per informazioni, di mantenere aperta l’attività, adottando le misure previste ben esplicitate nel chiarimento governativo.