Lo stand della FIVI al Vinitaly 2019

Sull’esempio del Prowine di Dusseldorf, la FIVI chiede di rimandare all’anno prossimo il Vinitaly, salone internazionale del vino e distillati di Verona Fiere. L’edizione 2020 andrebbe cancellata totalmente, quindi. La proposta è di posticipare tutto al 2021, e non alla metà del giugno prossimo. Le motivazioni: i lavori in vigna e la grave situazione sanitaria in corso. 

Matilde Poggi, presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, ha chiesto a Verona Fiere lo slittamento al 2021 di Vinitaly. La richiesta, presentata il 10 marzo durante il confronto tra Verona Fiere e i Presidenti di filiera, è stata dettata dall’effettiva difficoltà delle cantine a conduzione familiare di essere fisicamente presenti nelle nuove date di giugno, periodo in cui il lavoro in vigna è tanto, ma anche per la situazione di emergenza Coronavirus, che coinvolge in questo momento non solo l’Italia, ma anche altri Stati europei e del resto del mondo.

Matilde Poggi presidente della FIVI
Matilde Poggi presidente della FIVI

Ci siamo confrontati internamente sulla questione di un Vinitaly a giugno“, dichiara Matilde Poggi, “e la maggioranza dei 220 vignaioli, che avevano già dato adesione alla fiera, si è detta favorevole ad uno slittamento al 2021. FIVI è stata l’unica associazione, tra le presenti al confronto con Verona Fiere, che ha presentato questa posizione. Se, nonostante la nostra richiesta, Vinitaly 2020 verrà confermato, ci riserviamo di avviare un confronto con Verona Fiere per valutare, a fine emergenza, i termini di una nostra eventuale partecipazione”.

Anche altri produttori di vino veneti e del mondo Prosecco DOCG, singolarmente, si sono espressi in questi giorni, soprattutto nei social, per un necessario rinvio del Salone internazionale veronese alla primavera del prossimo anno, seguendo quanto già deciso dai vertici del Prowine.

La direzione di Verona Fiere aveva già deciso che nel 2021 Vinitaly sarebbe stata in calendario nelle sue date consuete (18-21 aprile); date frutto dell’accordo con l’Union dei Grandi Cru di Bordeaux (UCGB), col quale dal 2013 c’è un patto nato per incontrare le esigenze dei protagonisti del mondo del vino, buyer e stampa internazionale in particolare.