Al primo Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione anche il Prosecco nel salone dei giganti del Made in Italy

 

“La candidatura Unesco della cucina italiana è un riconoscimento dell’immenso valore tradizionale e culturale del patrimonio enogastronomico nazionale che è diffuso su tutto il territorio e dalla cui valorizzazione dipendono molte delle opportunità di sviluppo economico ed occupazionale del Paese. Una grande cucina che ha le sue radici nella grandezza delle nostre imprese agricole produttrici del cibo migliore al mondo”.

Con queste parole Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso, sostiene la candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’Unesco è stato aperto. Lo fa da Roma in occasione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato a Villa Miani, in collaborazione con The European House – Ambrosetti e del primo salone dei giganti del Made in Italy, dalla mortadella lunga due metri per 120 chili di peso al maxi provolone da un quintale, dal Primitivo di Manduria da 15 litri al Pecorino Toscano da 20 chili, dai 5 metri di corda di salsicce di Norcia alla Finocchiona di 1,2 metri fino al Salamino d’Abruzzo a forma di “Bastoncino” lungo due metri e mezzo. 

“Tra i titani dell’esposizione non poteva mancare il Prosecco simbolicamente rappresentato nel formato mathusalem – aggiunge Polegato in sintonia con le parole del presidente regionale Salvan – Un vino campione non solo in termini di numeri di produzione, export ma anche di qualità, ambasciatore di un territorio identitario che porta la regione del Veneto ai vertici nazionali per flussi turistici”. 

Il cibo è una risorsa strategica dell’Italia con la filiera agroalimentare estesa che sviluppa un fatturato aggregato di oltre 600 miliardi di euro nel 2022 nonostante le difficoltà legate alla guerra e le conseguenze della pandemia. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti diffusa in occasione dell’apertura del Forum Internazionale dell’Agricoltura.

Il Made in Italy dal campo alla tavola vede impegnati – sottolinea Coldiretti – ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che – spiega la Coldiretti – quotidianamente rifornisce i consumatori italiani ai quali i prodotti alimentari non sono mai mancati nonostante pandemia e guerra.

Non a caso con un balzo dell’8% è record storico per le esportazioni alimentari Made in Italy nel 2023, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Istat sul commercio estero relativi ai primi otto mesi dell’anno che indicano un ulteriore balzo sul primato di sempre di 60,7 miliardi fatto registrare nel 2022.

Tra i principali Paesi, ad essere cresciute di più nel 2023 – sottolinea la Coldiretti – sono le esportazioni alimentari in Francia, con un balzo del 14% davanti alla Germania (+11%) e alla Gran Bretagna (+11%) anche se arretra leggermente per la prima volta negli Stati Uniti (-3%).

Un record trainato da un’agricoltura che è la più green d’Europa con – evidenzia la Coldiretti – la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (325), 526 vini Dop/Igp e 5547 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori.

Ma il Belpaese – continua la Coldiretti – è anche il primo produttore Ue di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.