Riceviamo e pubblichiamo il testo integrale della lettera consegnata oggi, giovedì 14 gennaio, da parte del presidente di Veneto Imprese Unite Andrea Penzo Aiello (rivedi l’intervista in cui preannunciava gli eventi di oggi e domani al TG Plus FOCUS), al prefetto di Treviso Maria Rosaria Laganà.

 

“Ill.mo Sig. Prefetto,

Le scriviamo quale rappresentante sul territorio del Governo e garante dell’unità della Repubblica per chiederLe giustizia.

Riteniamo infatti che in questo particolare periodo le nostre aziende abbiano più che mai bisogno di trovare in Lei un nostro portavoce con il Ministro dell’economia e delle finanze Gualtieri e il Ministro dello sviluppo economico Patuanelli. Siamo consapevoli che questo non rientrera tra le sue competenze, ma crediamo che si sia reso necessario un suo intervento per aiutarci a uscire il prima possibile da quella che di fatto si può considerare la crisi economica più grande del dopoguerra.

Oggi siamo qui a scriverLe principalmente per il comparto della somministrazione di alimenti e bevande, forse la categoria più vessata da un rapido susseguirsi di provvedimenti e limitazioni in alcuni casi quantomeno discutibili. Per questo motivo vorremmo che Lei ci aiutasse, tramite i ministeri e gli organi di governo competenti, a chiarire i seguenti punti:

-Il Governo ha giudicato nelle aree gialle i nostri locali zone sicure per gli avventori, purché si rispettino determinate regole. Tutto questo però sembra perdere di validità dalle 18.00 alle 22.00, a differenza ad esempio dei negozi per i quali l’apertura è consentita fino al coprifuoco.

Se questa scelta fosse mossa da motivazioni scientifiche credo sarebbe fondamentale metterci al corrente di ciò. Speriamo quindi che Lei potrebbe farci pervenire queste motivazioni dai ministri competenti.

-Nei settanta e più giorni in cui i nostri locali sono stati chiusi dopo le 18.00, i contagi in Italia sono quadruplicati. Questo a nostro avviso è dovuto al dilagare di aperitivi e cene nelle abitazioni private, dove inevitabilmente la soglia dell’attenzione al rispetto delle norme cala. Chiediamo quindi che presenti questa riflessione insieme ai dati del documento allegato ai ministri competenti, evidenziando come probabilmente tornare ad aprire i locali dalle 18.00 alle 22.00 permetterebbe alla gente di godere della convivialità alla quale comunque ha dimostrato di non saper rinunciare in luoghi sicuri e dove noi potremmo vigilare sul rispetto delle norme.

Qualora il Governo fosse pronto a fornirci le dimostrazioni scientifiche che confermano la necessità delle limitazioni ad ora imposte alla ristorazione, saremo allora disponibili a rispettare di buon grado le suddette limitazioni. Ricordiamo infatti che le nostre aziende sono quelle che l’8 marzo decisero di chiudere prima che un DPCM ce lo imponesse, per il solo fine di preservare la salute pubblica.

A questo punto però c’è l’assoluta necessità di prevedere indennizzi congrui ed equi commisurati alla reale perdita di fatturato del 2020 rispetto al 2019, e che lo stesso venga applicato per le future perdite che le prossime limitazioni ci causeranno.

Questi indennizzi, converrà con noi, spettano però in maniera equa a tutte le imprese che hanno subito questo periodo. Le chiediamo dunque che ci aiuti a far capire al Governo che tali indennizzi dovranno essere equi e consistenti anche per le aziende che hanno avuto l’unica colpa di aprire dopo aprile 2019, comprese quelle aziende che hanno fatto investimenti negli ultimi mesi, in alcuni casi predisponendo anche assunzioni, ma che non hanno poi avuto mai modo di aprire per colpa delle ultime limitazioni.

Va inoltre abbandonato il metodo dei codici ATECO. Tutte le categorie da noi rappresentate hanno subito importanti cali di fatturato, anche se non direttamente coinvolte dalle limitazioni, poiché la nostra è un’economia circolare e bloccare un settore porta ripercussioni in tutto l’indotto e la filiera. Tutte queste realtà hanno necessità di ricevere l’aiuto necessario a sopravvivere e poter guardare il futuro con più fiducia.

Sempre riguardo ai ristori e gli indennizzi, Le chiediamo che contatti in tempi rapidi il Ministro dello sviluppo economico per avere informazioni a nome del comparto del turismo: ad oggi solo al 50% delle aziende è arrivato il ristoro per i soli mesi di aprile maggio e agosto. Tutte le altre aziende invece restano ancora in attesa anche di questa prima tranche nonostante la preapprovazione del ristoro. Per tutto il settore invece non è più stato previsto alcun ristoro per i mesi a seguire.

Anche se tutte le nostre richieste venissero accettate siamo però consapevoli che nei prossimi mesi moltissime aziende saranno sottoposte ad istanza fallimentare. Torniamo quindi a chiederLe di proporre in maniera decisa al Governo una legge straordinaria per i fallimenti causati dalla crisi post covid. Un provvedimento di questo genere, se rendesse meno pesante la responsabilità sull’imprenditore, potrebbe sicuramente salvare delle vite.

Nel ringraziarla per l’attenzione, ci auguriamo che la collaborazione tra la Sua istituzione e la nostra associazione che rappresenta migliaia di aziende della nostra regione possa durare ed essere utile da entrambe le parti anche dopo la fine dell’emergenza. Per i prossimi mesi speriamo di poterci rivolgere ai vostri uffici per un dialogo sulle interpretazioni e le FAQ dei prossimi DPCM e DL, e ci auspichiamo che in futuro queste possano seguire un filone comune con quelle comunicate dai Suoi colleghi delle altre province della regione. È capitato infatti che su alcune norme alcune Prefetture dessero interpretazioni diverse le une dalle altre, ma crediamo che in questo momento il nostro compito sia anche quello di fare chiarezza, di dare uniformità nell’applicazione delle norme e di aiutare a togliere un po’ di quell’incertezza che sta rendendo sempre più difficile amministrare le nostre aziende.”