Un'azienda agrituristica veneziana
Un'azienda agrituristica veneziana

Grande preoccupazione sta affliggendo in queste ore gli operatori agrituristici che con i nuovi limiti di orario nella ristorazione si vedono perdere circa il 60% di ospiti, ovvero coloro che specie durante il fine settimana, sono abituati a mangiare fuori casa.

“Non si tratta di sottovalutare la situazione sanitaria- precisa Diego Scaramuzza- presidente di Terranostra Venezia – ma di denunciare l’impatto negativo per un provvedimento che non tiene conto degli sforzi fatti nei mesi precedenti per garantire distanziamento e sanificazioni continue.” L’emergenza rischia così di penalizzare ingiustamente l’agriturismo che conta su realtà diffuse lungo il territorio, spesso situate in zone isolate, in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto. Si tratta forse – continua Scaramuzza – dei luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche e alleggerire gli assembramenti nelle città.

Inoltre, il drammatico effetto a cascata va a colpire anche l’intera filiera agroalimentare dai campi alle tavole. Dai ristoranti alle trattorie, dalle gelaterie alle pizzerie fino ai pub – sottolinea la Coldiretti – sono molte le realtà che trovano sostenibilità economica solo grazie al lavoro serale e che ora decidono addirittura di non aprire per gli elevati costi e la mancanza di clienti. Per molte strutture la pausa pranzo – precisa la Coldiretti – non è sufficiente per garantire la copertura dei costi tenuto conto anche della mancanza di turisti e della diffusione dello smart working che ha drammaticamente tagliato il numero di clienti.

Il risultato è il drastico crollo dei consumi fuori casa che mette a rischio 1/3 della spesa alimentare con un impatto sull’intera filiera alimentare che, a livello nazionale, perde oltre un miliardo di euro di fatturato per le mancate vendite di cibo e bevande nel mese interessato dal decreto, dalla carne al pesce, dal vino all’olio, dalla frutta alla verdura, dai formaggi ai salumi. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.

“Le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di Stato” ha affermato il presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla nel sottolineare la necessità di “interventi rapidi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti incentivando l’acquisto di prodotti alimentari Made in Italy”.