Si registrano sempre più esalazioni di bitume nella zona di Paese, Morgano e Badoere. Le lamentele della cittadinanza della zona investono anche gli esponenti della politica locale. Così si pronuncia il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni in merito alla vicenda: “Il problema non è solo il forte odore di catrame, tutt’altro che gradevole, con cui da una ventina di giorni devono fare i conti i residenti dell’area tra Paese, Morgano e Badoere, ma anche la possibile emissione di sostanze potenzialmente nocive e cancerogene per salute e ambiente. Per questo invitiamo Ulss e Arpav a fare un monitoraggio e, se già effettuato, a comunicarne subito gli esiti”. È quanto chiede Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, in un’interrogazione firmata anche dai colleghi Graziano Azzalin, Bruno Pigozzo, Claudio Sinigaglia, Anna Maria Bigon (PD) e Cristina Guarda (CpV). Nel mirino l’impianto di produzione di asfalti di via Vecelli di Padernello di Paese, nella cava Biasuzzi. “Da tempo sindaci e cittadini protestano, anche perché i macchinari si trovano a pochi metri dalla falda affiorante della cava”, sottolinea il vicepresidente della commissione Ambiente”.
“Gli impianti di conglomerati bituminosi come questo, alla luce del Testo unico delle leggi sanitarie, rientrano tra le ‘industrie insalubri di prima classe’; gli operatori inoltre possono venire a contatto con sostanze chimiche che si liberano durante la lavorazione, gli Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), alcuni dei quali sono riconosciuti pericolosi o addirittura cancerogeni, così come riporta uno specifico rapporto dell’Inail sugli impianti di produzione di asfalto. L’Aia (Autorizzazione unica ambientale) concessa dalla Provincia di Treviso prevede il monitoraggio delle emissioni in atmosfera con precisi limiti per numerose sostanze inquinanti, dagli Ipa alle sostanze organiche, passando per cadmio, mercurio e biossido di zolfo, ma l’elenco è davvero lungo. Trovo perciò bizzarre le affermazioni di uno dei responsabili dell’impianto che avrebbe liquidato il tutto descrivendo come semplice vapore acqueo l’emissione in atmosfera provenienti dall’imponente camino. Considerata la situazione anomala che va avanti da circa tre settimane, cosa ha intenzione di fare la Regione per rassicurare i residenti e tutelare la loro salute?”.
“Questo impianto, coperto da una autorizzazione della Provincia di Treviso del 2015 – conclude Zanoni – è tornato a produrre a pieno regime, dopo anni di riposo, a causa dell’ingente richiesta di asfalto del cantiere della Superstrada Pedemontana Veneta. Un immane cantiere che ha riattivato tutti gli impianti presenti nella Marca sollevando le preoccupazioni dei residenti, così come sta accadendo anche a Spresiano dove il gruppo Mosole ha addirittura chiesto di quadruplicare l’attuale lavorazione”.