“Constato con soddisfazione che le esportazioni di Belluno e di Treviso sono cresciute nel 2016 più della media regionale: +2,6% per Belluno, +2,3% per Treviso, con una decisa accelerazione nell’ultimo trimestre rispetto ai primi 9 mesi (+1,4%); Con oltre 12 miliardi di euro di esportazioni Treviso è la settima provincia italiana per vendite manifatturiere nel mondo”. Questo il commento del presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno, Mario Pozza, a margine della conferenza stampa di presentazione del Bilancio annuale sul Commercio estero.

L’export delle due due province ha registrato un trend di crescita superiore di oltre il doppio rispetto al +1,2% del Paese. Complessivamente l’export veneto è passato da uno +0,7% dei primi 9 mesi al +1,3% di fine anno, in linea con l’accelerazione avvenuta su base nazionale.

Per Belluno il comparto trainante è stata l’occhialeria (+1,7%) che rappresenta il 72,4% dei flussi di vendita provinciali, con volumi export prossimi ai 3 miliardi di euro. Seconda voce export, i macchinari con un +3,3% sull’anno e un +13,4% nel biennio, con vendite che superano i 400 milioni di euro. Trainanti anche, seppur con volumi di scambio più bassi, la gomma plastica (+12,1%), la concia (+28,9%) e l’alimentare (+19,1%).

Treviso si conferma prima provincia in Italia per esportazioni di mobili: +3,3% e 53,6 milioni di euro in più rispetto al 2015. Inoltre  è interessante notare come nella Marca vi sia stata una netta inversione di tendenza per l’export di macchinari, passato da un consuntivo di metà anno in negativo (-2,2%) a un brillante +5,0% di fine periodo, con volumi di scambio che superano la soglia dei 2 miliardi di euro. Bene anche l’industria dell’arredo (+3,3%), le calzature (+6,1%), la carpenteria metallica (+4,5%), le bevande (+12%), i prodotti in gomma plastica (+4,9%).

Il recupero del commercio estero trevigiano, rispetto ai risultati dei primi nove mesi, è frutto della conferma di una buona performance nei 28 mercati dell’Unione Europea (+3,1%) e di un quarto trimestre di recupero sui mercati extra-Ue, sui quali la variazione annuale ha marcato un netto +0,4% contro il calo del -1,7% registrato ai primi 9 mesi.

L’analisi di dettaglio del commercio estero trevigiano

All’interno dell’Unione europea – che assorbe quasi due terzi dell’export complessivo trevigiano – le dinamiche più vivaci si riscontrano verso la Spagna (+8,2%) e verso la Polonia (+7,5%). Più moderata la crescita dell’export verso la Germania (+1,7%), che pur resta primo partner commerciale della provincia. Una performance inferiore al risultato nazionale (+3,5%), che, tuttavia è nettamente influenzato dalle performance delle province più vocate all’automotive ed al settore chimico-farmaceutico (Torino, Potenza, Frosinone e Roma per citare le più importanti). Si sono invece rafforzati i tassi di crescita verso la Francia (+3,7% contro il +1,1% dell’anno precedente) e la Repubblica Ceca: (+4,4% contro il +1,2% del 2015). In netta decelerazione, invece, le vendite verso il Regno Unito (+3,2%, contro il +25,9% dello scorso anno).

Per quanto riguarda i principali partner extra-Ue, le esportazioni verso gli Stati Uniti, primo mercato di riferimento al di fuori dell’Unione, registrano una crescita nell’anno del +2,6% (+19,5 milioni): la netta decelerazione rispetto al +24,7% rilevato nell’analogo periodo del 2015 è probabilmente in parte imputabile anche ad un effetto cambio, stante l’indebolimento dell’euro verso il dollaro.

Altri segnali positivi arrivano dalle esportazioni verso la Cina e Hong Kong: +3,7% rispetto al +2,1% rilevato a settembre (+15,4 milioni di euro); verso gli Emirati Arabi Uniti (+17,2%, +20,4 milioni), il Canada (+15,1%, +18,1 milioni) e il Messico (+61,5%, +40 milioni di euro). Tra gli altri Paesi extra-Ue, si segnalano per contributo alla crescita dell’export provinciale nel 2016 le maggiori vendite in India (+28 milioni), Corea del Sud (+21,4 milioni) e Ucraina (+11,4 milioni). Da evidenziare, inoltre, l’attenuazione della contrazione delle vendite verso la Russia: -7,4%, rispetto al -12,5% rilevato a settembre, che equivale comunque a 21 milioni di euro in meno.