Un serra di coltivazione del fasol de Lago

Il fasol de Lago è un fagiolo varietà cannellino molto speciale, la cui coltivazione avviene in un territorio ristretto della Vallata, la zona nella Sinistra Piave a ridosso delle Prealpi Trevigiane, tra il lago di Revine e la frazione di Lago, i comuni di Tarzo, Cison di Valmarino, Follina e Miane. Se questo umile ma gustoso ortaggio, un tempo coltivato dai contadini e poi abbandonato per altri legumi più remunerativi, è stato salvato dall’estinzione certa,  lo si deve alla tenace ricerca di Giorgio Giorgi, appassionato di storia del proprio paese, Lago, e degli altri volontari (una trentina tra soci fondatori e sostenitori) con cui ha dato vita, all’inizio degli anni Duemila, all’associazione “Amighi del fasol de Lago“. Oggi, venerdì 20 settembre, gli Amighi si ritrovano nella serata di apertura della Festa di San Matteo a Revine, visto che, dalle ore 19, nello stand gastronomico va in tavola la cena dedicata al fasol de Lago, proposto in vari piatti.

I baccelli del fasol de Lago
I baccelli del fasol de Lago

Questo nome gli è stato dato da Giorgi e dagli “Amighi” in quanto, dopo la riscoperta dei semi che ha dato il via ad una nuova era di coltivazione,  ora viene esclusivamente prodotto nelle terre lacustri attorno al borgo di Lago, ricche di torba, che si sono dimostrate ideali per conferirgli il gusto che lo rende piacevole, rispetto ad altri “fratelli” della numerosa famiglia delle leguminose. In passato, il fasol de Lago era noto tra le genti della Vallata con il nome di “mama“, mama bassa o mama alta, a seconda dell’altezza della pianta rampicante.

Giorgio Giorgi ha cominciato a scavare nella memoria degli anziani del posto, che raccontavano di questa “mama” così buona da mangiare. Andando di casa in casa, di orto in orto, è riuscito a trovare qualche vecchio contadino che conservava ancora delle rare piante di questa varietà autoctona. Però, la scoperta ben più importante è stata quella di  incontrare una signora che coltivava in campo il rarissimo fasol, ricavandone un sufficiente quantitativo di semi, tale da garantirne la continuità della specie. Ecco, perciò, che Giorgi, come un novello Indiana Jones alla ricerca del fagiolo perduto, ha acquistato i preziosi semi, tanto rincorsi, e da quel momento è partita la nuova coltivazione,  di cui si occupano i pochissimi produttori riuniti negli “Amighi del fasol de Lago”.

Una serra di coltivazione
Una serra di coltivazione

I produttori si contano sulle dita di una mano, come si dice, sono 3 o 4, a seconda dell’andamento delle annate e le loro coltivazioni si trovano a Follina, Tovena, Tarzo e Lago (località Sottocroda). Per quanto riguarda la raccolta del 2019, Giorgio Giorgi fa sapere che, alla fine, si attesterà attorno ad un quintale di fagioli secchi, raccolti esclusivamente a mano. Un quintale che aumenta nella resa, visto che il volume dei fagioli secchi, messi in ammollo nell’acqua, raddoppia. La raccolta sta avvenendo proprio in questi giorni e si cerca di fare presto, per sfruttare le temperature più o meno estive e, soprattutto, per  mettere al sicuro i preziosi fagioli prima che si registrino altri spiacevoli furti, come avvenuto lo scorso anno. Inoltre, a tenere al sicuro il fasol de Lago dalle intemperie e dalle grandinate (questa estate in zona ce ne sono state ben due, davvero devastanti) ci pensano le nuove serre. I volontari degli “Amighi” ne stanno mettendo in opera una di venti metri, che darà ancora maggior impulso alla produzione e protezione alle piante rampicanti.

In questa fase del loro lavoro di recupero, i coltivatori del fasol de Lago stanno producendo solo su richiesta. I rari legumi sono già prenotati, ancor prima di “nascere”, dai ristoratori che ne apprezzano la qualità: uno di questi è un cuoco originario di Lago, che ha aperto un ristorante in Sardegna e che vuole proporre i  sapori tipici della sua terra veneta; un altro locale estimatore, e consumatore del fasol de Lago, è l’Osteria Ai Mazzeri di Follina.

il fiore del fasol
il fiore del fasol

Il cannellino de Lago ha una buccia particolarmente tenera, è ideale per preparare minestre e insalate. E’ molto digeribile, non produce gli sgradevoli effetti collaterali,  ben noti nell’uso di fagioli di altre varietà. Ed ha un gusto tutto particolare, dato proprio dai terreni  morenici della Vallata in cui trova la sua culla. Il prodotto secco si può conservare due anni, ma non arriva a tanto, visto che la poca disponibilità sul mercato  fa esaurire molto presto le scorte.

Per chi lo vuole conoscere ed assaggiare sul posto, l’associazione “Amighi del fasol de Lago”  mette da parte una riserva della produzione annuale, destinata ad essere gustata negli eventi aperti a tutti, proposti dal sodalizio nel corso dell’annata agricola: la prima occasione è data dalla festa della semina in aprile, quando cade la ricorrenza di San Giorgio, il santo patrono di Lago; quindi a settembre c’è la cena dedicata, nell’ambito della Festa di San Matteo a Revine (come quella in programma oggi venerdì 20 settembre); infine, sabato 26 ottobre si chiude con la festa del raccolto che si svolge nel borgo di Lago, nell’area festeggiamenti che si trova accanto al Parco del Livelet. Segnatevi queste date e andate a scoprire la bontà del fasol de Lago.

Informazioni: AMIGHI DEL FASOL DE LAGO
Via San Giorgio 1/A -31020 Revine Lago TV – tel. 335 615 4228 – dalle ore 18.00
http://www.lavallata.info