L’anno 2021 si chiude, sia in provincia di Treviso che in quella di Belluno, con un bilancio annuo positivo per la demografia d’impresa.

In provincia di Treviso si evidenzia una crescita di +479 sedi rispetto a dicembre 2020: una variazione che compensa quasi totalmente quella registrata lo scorso anno (-483 sedi), riportando dunque lo stock d’imprese quasi al livello “pre-Covid” (79.293 sedi). Le imprese artigiane sono 22.558, cresciute di +135 sedi nell’anno.

I settori trainanti, su base annua, sono le Costruzioni (+205 sedi), le Attività professionali, scientifiche e tecniche (+136) e le Attività immobiliari (+106). Il manifatturiero invece perde nell’anno 59 sedi d’impresa nell’anno, di cui 30 nel legno arredo e 28 nella metalmeccanica.

Su base congiunturale, nel quarto trimestre, emerge una flessione di -322 sedi rispetto allo stock al 30 settembre 2021. E’ del tutto fisiologico trovare il segno negativo nel quarto trimestre: questa volta però la contrazione risulta più intensa se si prende a riferimento quanto successo tra dicembre e settembre 2019 (-237 sedi), un periodo ancora non condizionato dalla pandemia. Si segnala in particolare la contrazione su base trimestrale del comparto del commercio (-116 sedi), quando era stata di -53 sedi tra dicembre e settembre 2019. Questa forte contrazione trimestrale, equidistribuita nei tre segmenti dell’ingrosso, del dettaglio e del commercio di auto, vanifica il tentativo di recupero del comparto nella parte centrale del 2021 e chiude il bilancio annuo a -95 sedi.

In provincia di Belluno la crescita annua di +77 unità porta la consistenza delle sedi d’impresa a 13.825 unità. Lo scorso anno la variazione era stata di -194 sedi. Le imprese artigiane sono 4.666, ma in controtendenza negativa (-36).

Analoghi alla provincia di Treviso i settori trainanti: Costruzioni (+16 sedi), Attività professionali, scientifiche e tecniche (+22), Attività immobiliari (+16). Si aggiungono con trend positivo anche gli “altri servizi a supporto delle imprese” (+21, ricomprendono il “noleggio”) e l’attività di alloggio (+17). Il manifatturiero invece perde nell’anno 34 sedi d’impresa nell’anno, di cui -13 ricadono nell’ateco 32 “altre attività manifatturiere” che ricomprende l’occhialeria. Proprio nel manifatturiero si concentra anche la flessione delle imprese artigiane.

Su base congiunturale, nel quarto trimestre, emerge una flessione di -68 sedi rispetto allo stock al 30 settembre 2021. L’analoga variazione, due anni fa, fra dicembre e settembre 2019, sempre per considerare un periodo non influenzato da Covid, era stata di -44 sedi d’impresa. Agricoltura, costruzioni, commercio e manifattura sono i settori più interessati dalla contrazione su base trimestrale: ma tutti questi settori, tranne il manifatturiero, presentano al tempo stesso un bilancio annuo positivo, sempre in termini di consistenza imprese.

Il commento del Presidente Mario Pozza

Un primo commento veloce, per dati resi disponibili oggi dal sistema camerale nazionale e prontamente elaborati dal nostro ufficio studi, ci porta ad evidenziare soprattutto il bilancio annuo positivo della consistenza impresa, sia per la provincia di Belluno (+77 imprese) che per la provincia di Treviso (+479 imprese) – sono le prime parole a caldo del Presidente della Camera di Commercio, Mario Pozza.

Sono numeri che ci danno soddisfazione, perché sono la conferma di una tenuta del sistema, al di là dei settori più o meno performanti o, in questa fase, maggiormente al traino degli incentivi come l’edilizia. Ma come sempre – aggiunge Pozza – non abbasseremo la guardia: i dati relativi all’ultimo trimestre dell’anno evidenziano una contrazione che adesso dobbiamo ben capire che portata ha. Dico subito che è del tutto fisiologico che le cancellazioni d’impresa si concentrino tra l’ultimo e il primo trimestre dell’anno. E’ sempre stato così.

Certo – sottolinea il Presidente – i confronti fatti dai nostri analisti su analoghi periodi pre-Covid fanno emergere oggi una contrazione su base trimestrale più intensa, tanto a Treviso (-322 sedi contro le -237 fra settembre e dicembre del 2019), quanto a Belluno (-68 sedi, contro le -44 fra settembre e dicembre del 2019). Non escludiamo situazioni di uscita dal mercato in quei settori, come in particolare nel commercio, in cui gli effetti della pandemia stanno diventando strutturali, in termini di comportamenti di consumo. Ma – aggiunge Pozza – un’altra ragione che spiega questi dati può essere semplicemente di natura amministrativa, connessa al fenomeno delle mancate o ritardate cancellazioni d’impresa, nei trimestri precedenti, che ha caratterizzato tutto questo periodo della pandemia, e che ora, finite le stagioni degli incentivi diffusi e dei divieti di licenziamento, trovano contabilizzazione.

Sono prime chiavi di lettura, tutte da verificare nei prossimi trimestri, e che comunque  – dice il Presidente – io intanto ricondurrei ai bilanci annui positivi di cui sopra: che sono tali perché sostenuti da una forte crescita del numero di imprese nei due trimestri centrali dell’anno, in entrambe le province. Questi elementi ci portano a dire che il sistema economico è sostanzialmente ripartito e in molte sue espressioni si è riportato ai livelli pre-Covid, come abbiamo visto anche dai dati export ai primi 9 mesi. Indubbiamente, restano aree di sofferenza, perché le ferite di Covid sono state profonde sul piano economico oltre che sociale. E restano tutte le incognite dell’evoluzione senza fine di questa pandemia, con i disagi arrecati dalle continue quarantene che bloccano le attività delle imprese. Ma speriamo davvero di essere prossimi al culmine del picco.