Uno dei cuccioli salvati durante i blitz lungo l'A4 Venezia - Trieste

Lungo l’autostrada A4 Venezia-Trieste passa la tratta illegale dei cuccioli di animali: in aumento i sequestri. E’ sempre meno frequente, per fortuna, l’abbandono di animali in autostrada. Ma cresce il traffico illegale di cuccioli. Il contrasto al fenomeno però si fa sempre più incisivo grazie alla nuova collaborazione fra Polstrada e Noava, il Nucleo operativo per l’attività di vigilanza ambientale. Avviata dall’inizio di quest’anno, la sinergia ha consentito un’attività di contrasto della tratta illegale di cuccioli sempre più efficace.

In poco più di un mese, sono stati effettuati tre blitz (5 e 8 giugno; 14 luglio) che hanno portato al sequestro di 115 cuccioli di varie razze pregiate tra cui spitz, maltesi, husky siberiano, boston terrier, teckel, shiba inu e golden retriver, per un valore, sul mercato, di oltre 100 mila euro (nel 2019 ci fu un’operazione che portò al sequestro di 16 cuccioli). Il commercio illegale di cuccioli viaggia prevalentemente lungo due direttrici: dal confine sloveno lungo il canale goriziano sull’autostrada A34 (Villesse – Gorizia) e dal valico austriaco lungo il canale udinese sull’autostrada A23 (Tarvisio – Palmanova). Si tratta di un traffico clandestino, proveniente dal Centro Est Europa e diretto verso tutto il Nord Italia. Sono continui i sequestri di animali di piccola taglia effettuati dal Centro Operativo dell’autostrada (Coa), grazie alle pattuglie della Polizia stradale.

Un fenomeno criminoso in aumento ma sempre più spesso intercettato dalle forze dell’ordine “grazie alla collaborazione avviata con il Noava– spiega il commissario Giuliano Cilento, vice dirigente del Coa –che ci ha permesso di unire due fonti informative e di analizzare in maniera più approfondita modalità e tragitti del traffico illegale”. “Compito del Coa – continua Cilento – è coordinare le informazioni e allertare tempestivamente i reparti di Polizia Stradale. Il controllo mirato su strada e una prima fase delle indagini sono a cura dei nuclei specializzati in materia di maltrattamento di animali della Polizia stradale, sempre in stretta sinergia con il Noava”. Il tutto sotto la regia della Procura di Udine, che coordina le indagini e ha al proprio interno – unica Procura in regione – un nucleo specializzato nella tutela degli animali. Preziosissimo il contributo dei veterinari dell’Asufc (Azienda sanitaria universitaria del Friuli Centrale) che svolgono i primi accertamenti sul posto e permettono di sapere con certezza se la documentazione di accompagnamento del cucciolo è falsa e se il cane non gode di buona salute.

“Le tipologie del traffico illegale sono principalmente tre – spiegano i comandanti della Polizia Stradale di Udine Alessandro De Ruosi e di Gorizia Alessandro Rescio -: quella che trasporta animali “clandestini”, ovvero privi di qualsiasi tipo di certificazione; quella legata al commercio di cuccioli troppo piccoli per poter essere venduti (devono avere minimo quattro mesi di età ed essere in regola con le vaccinazioni); e quella che riguarda i cani ammalati, di solito mescolati a quelli sani per poterli vendere ugualmente”. “Quest’ultima tipologia – aggiunge il commissario Cilento – è la più pericolosa perché rischia di creare problemi sanitari per la diffusione di patologie”. “Purtroppo i criminali – chiariscono De Ruosi e Rescio – mescolano nei furgoni animali con falsa certificazione o malati tra cuccioli regolarmente microchippati e sani per confondere i controlli”. Per questo la collaborazione con il Noava e i veterinari è fondamentale nelle le indagini. “Prima il traffico clandestino era legato ai cavalli da corsa o agli animali da macello, mentre oggi la richiesta maggiore è di cuccioli di razza – precisano – sia perché rappresentano uno status symbol, sia per il loro valore affettive. Vengono considerati quasi come dei figli nelle famiglie. I criminali ne approfittano e li vendono a peso d’oro”.