Nonostante gli scenari di guerra, la demografia d’impresa continua a risentire dell’inerzia positiva del 2021, in particolare in provincia di Treviso, meno nella provincia di Belluno.

Nella Marca Trevigiana lo stock di imprese attive cresce di ulteriori 85 sedi tra dicembre 2021 e marzo 2022, cui si aggiungono anche +91 unità locali dipendenti (le famose filiali). Un dato positivo ma anomalo, considerato che quasi sempre il primo trimestre è caratterizzato dalla contabilizzazione delle imprese che, svoltato l’anno, hanno deciso di chiudere l’attività. 

Su base annua (confrontando marzo 2022 su marzo 2021) l’incremento è di +554 sedi d’impresa e di +337 filiali. Lo scorso anno, nello stesso arco dei 12 mesi (marzo 2021 su marzo 2020), il numero delle sedi d’impresa restava pressoché stazionario (+23), mentre le filiali crescevano di +203 unità. Il complessivo delle imprese attive in provincia di Treviso arriva così a 79.378 sedi e 18.654 filiali: entrambi i numeri sono superiori alla situazione pre-Covid (marzo 2020) e recuperano anche sulle flessioni, molto significative, registrate dal territorio fra il 2019 e il 2020. 

Analoga dinamica riguarda l’aggregato delle imprese artigiane: in provincia di Treviso sono nel complesso 22.597, in crescita di +224 sedi rispetto al dato di un anno fa, un incremento che, anche in questo caso, permette di riportare lo stock al di sopra della situazione pre-Covid (marzo 2020).

Fa la parte del leone, in questa dinamica, il settore delle costruzioni: le +253 sedi di impresa nell’edilizia, su base annua, in prevalenza artigiane, sorreggono quasi metà del citato incremento complessivo di imprese. A queste si aggiungono +115 agenzie immobiliari. Crescono anche le attività professionali e tecniche (+117 sedi), i servizi alla persona (+74) e l’agricoltura (+30), sempre su base annua.

I settori invece che vedono ridursi il numero delle sedi d’impresa, rispetto a marzo 2021, sono, nell’ordine, il commercio in tutte le sue articolazioni (-106 sedi), il settore dei trasporti (-50 sedi, quasi totalmente aziende artigiane), i servizi di ristorazione (-35), il manifatturiero (-34 sedi).

Il comparto del commercio resta quello decisamente più in sofferenza: ormai, partendo dal marzo 2019, la flessione sfiora le -600 imprese, di cui -359 nel commercio al dettaglio, poco compensata da aperture di filiali: che accennano ad un’inversione di tendenza solo negli ultimi 12 mesi. Accade così che, in provincia di Treviso, tra marzo 2021 e marzo 2022, abbiano chiuso 46 esercizi commerciali qualificati come sedi di impresa (i classici negozi di proprietà), ma al tempo stesso abbiamo aperto 41 filiali commerciali.

Analoga tendenza si registra per la ristorazione: si perdono in provincia, sempre su base annua, 35 tra bar e ristoranti di proprietà, più che compensati da 56 filiali (i sempre più diffusi punti vendita di catene di ristorazione e somministrazione con propri format, che non operano in franchising).

Anche il manifatturiero è interessato da tempo da questa dinamica speculare fra sedi in contrazione e filiali in crescita: negli ultimi dodici mesi il manifatturiero trevigiano perde ulteriori 34 sedi d’impresa, a fronte di +50 filiali. La contrazione delle sedi è determinata soprattutto dal sistema moda (-29) e dal legno arredo (-32), poi in parte attenuata dalla crescita della metalmeccanica (+15 sedi, anche artigiane) e di altri settori. Crescono anche le filiali nella metalmeccanica (+29). Da marzo 2019 a marzo 2022 il manifatturiero trevigiano ha perso 247 sedi di impresa, a fronte di +97 filiali, soprattutto nella metalmeccanica (+78). Sotto la superficie di questi numeri, vi sono i noti fenomeni di acquisizione e raggruppamenti d’impresa, che modificano i legami di comando e controllo del tessuto imprenditoriale locale.

Nella provincia di Belluno l’andamento della demografia d’impresa appare più fisiologico, più corrispondente al consueto profilo atteso in un primo trimestre dell’anno. È vero: da dicembre a marzo si contano -86 sedi d’impresa: un dato ben diverso rispetto a quello dello scorso anno (-18 sedi). Però bisogna ricordarsi che, al tempo, le cessazioni d’impresa erano “congelate” da vari provvedimenti governativi per l’accesso ai ristori e per la salvaguardia dei livelli occupazionali. Se, infatti, si prendono a riferimento i periodi pre-Covid, si nota subito come l’attuale flessione di -86 sedi sia molto meno intensa della flessione registrata tra dicembre 2019 e marzo 2020 (-182 sedi) come anche delle flessioni registrate nello stesso periodo dei due anni precedenti (sempre maggiori alle 130 unità).

Su base annua (marzo 2022 su marzo 2021) la provincia di Belluno non cresce come quella di Treviso, in termini di sedi d’impresa, ma si difende con la stazionarietà (+9 sedi), cui si affianca però una significativa crescita delle unità locali dipendenti (o filiali): +130. Lo stock complessivo di imprese attive in provincia di Belluno ammonta così a 13.739 sedi, non molto sotto lo stock contabilizzato a marzo 2020 (13.760 sedi), prima che incominciassero gli effetti della pandemia con i vari lockdown. Le filiali sono state sempre in crescita nei periodi considerati: oggi se ne contano 4.483 nel territorio bellunese, +279 rispetto a marzo 2019.